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TESTO E' caduta Babilonia

Monaci Benedettini Silvestrini  

Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (25/11/2010)

Vangelo: Lc 21,20-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

La liturgia della Parola odierna ci offre uno spettacolo raccapricciante di rovina e di distruzione. Giovanni nell'Apocalisse ci descrive la distruzione di Babilonia, volendo indicare con questo nome la potenza di Roma che tanto sangue di martiri ha fatto scorrere nei primi tre secoli della Chiesa. La descrizione ha una forza espressiva impressionante: una grossa pietra viene gettata in mare indicando che con le stessa violenza precipiterà nella rovina la grande città, forse Roma pagana. Da ora in poi in essa regnerà sovrano il silenzio e la morte e diventerà covo di demoni e di animali immondi. Chi conosce la storia di Roma dopo la caduta dell'Impero troverà in questa previsione la conferma nei dati dei fatti. I redenti dal Signore invece intoneranno un inno di lode e di ringraziamento a Dio. Anche in Luca si parla di distruzione, però quella di Gerusalemme che avverrà con estrema violenza e sofferenza. Un avviso per i credenti di allora. Non recatevi a Gerusalemme, allontanatevene se vi trovate entro la sue mura. I suoi abitanti saranno passati a fil di spada e i superstiti, recati prigionieri in tutti i paesi. La storia ci informa che questa immane distruzione avvenne per opera di Tito negli anni 70 dopo la nascita di Gesù. Molti prigionieri furono portati a Roma a costruire il grande Colosseo. La storia degli uomini nei suoi ricorsi ci fa rivivere queste immani tragedie: imperi e uomini che sembravano eterni sono spazzati via dalla faccia della terra, esecrati per la loro tirannia totalitaria. Se ce ne fosse bisogno, anche questa ineluttabile scomparsa di super potenze e super uomini ci confermano nella fiducia di essere tra gli invitati al banchetto dell'Agnello" o anche vedere prossima la nostra liberazione quando vedremo accadere segni particolari, premonitori della prossima fine di questo mondo: "Alzatevi e levate il capo perché la vostra liberazione è vicina. Per chi si fida di Dio, ogni avvenimento viene letto come un suo atto di amore. Anche la mia fine, nella volontà del Signore.

 

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