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TESTO Nemmeno un capello

don Roberto Seregni  

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (14/11/2010)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Ormai alla fine di questo anno liturgico, pronti a celebrare la regalità crocifissa di Gesù, la liturgia ci propone un brano duro da digerire.

Si tratta di un testo appartenente al genere letterario chiamato "apocalittico". Esso indica - anche attraverso un linguaggio a tinte forti e per certi versi paradossale - non qualcosa di spaventoso o di catastrofico, ma una rivelazione nascosta.

Nascosta non perché brutta o terribile, ma perché custodita gelosamente nel cuore di Dio.

Ciò che sappiamo è che tutta la nostra storia, l'amore che abbiamo donato e condiviso, le relazioni in cui abbiamo investito tutta la nostra vita, sono lanciate verso un fine ben preciso che è la pienezza della vita, che è la realizzazione compiuta e della nostra persona.

Siamo incamminati verso il fine della nostra vita e non solo verso la sua fine.

Gesù non esaudisce le nostre curiosità, non consegna date o riferimenti precisi, non spiega come o quando verrà la fine, ma vuole spostare la nostra attenzione sul come ci si prepara. Tutto questo è molto importante: non deve essere il quando o il dove della fine del tempo a incuriosire o, peggio ancora, ad occupare le energie dei discepoli. La nostra attenzione dev'essere tutta sul come.

Come sto vivendo? Vivacchio, sopravvivo, mi lascio vivere o cerco la pienezza per cui sono stato creato?

Come gestisco il tempo? Lo sciupo, lo riempio a dismisura, lo rincorro o cerco di viverlo in tutta la sua ricchezza come un dono di Dio?

Come leggo gli avvenimenti della storia? Mi lascio illuminare dal caso o chiedo allo Spirito il dono di ricomporre in unità e rintracciare un senso negli avvenimenti della storia?

Domande toste, lo so, ma ci riportano al centro della fede.

La cosa che mi colpisce e mi affascina di questo testo è la conclusione.

Dunque: ci saranno guerre, prigionie, tradimenti e persecuzioni, ma - attenzione - non un solo capello ci verrà strappato! Che spettacolo...

Attraverseremo insidie, dolori, delusioni, menzogne, ma nessuno avrà potere su di noi, nessuno potrà torcerci un capello.

Ripenso al canto d'amore di Isaia 43: passeremo tra il fuoco e le fiamme e non ci scotteranno, attraverseremo fiumi impetuosi e non annegheremo, perché siamo prezioso agli occhi di Dio, Lui è con noi e noi siamo suoi!

Coraggio, fratelli! Nelle nostre piccole o grandi apocalissi personali o comunitarie, lasciamoci accompagnare da questa certezza: nessuno ha potere su di noi, perché siamo nelle mani del Dio della vita.


Buona settimana
don Roberto

robertoseregni@libero.it

Se volete fate un salto sul mio blog www.sullatuaparola.wordpress.com

 

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