PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Quel semplice "Dies irae" di ogni giorno…

don Alberto Brignoli  

don Alberto Brignoli è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (14/11/2010)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 21,5-19

In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

"Dies irae, dies illa": iniziava con queste parole la sequenza della Messa da "Requiem" della liturgia pre-conciliare. "Giorno d'ira, quel giorno distruggerà il mondo nel fuoco, come affermarono Davide e i profeti": ci mettiamo pure il profeta Malachìa, quello della prima lettura di oggi, che parla proprio del "giorno che sta per venire, rovente come un fuoco".

È certamente l'immagine del giorno del Giudizio, il giorno della venuta finale del Signore nella gloria, alla fine dei tempi. Un giorno che ha sempre suscitato anche fantasie e congetture, nell'immaginario umano. E quanto più il momento storico in cui si esprime l'immaginario è un momento di crisi, di gravi conflitti e di cataclismi, tanto più le espressioni letterarie su questo "giorno del giudizio finale" si fanno drammatiche e assumono tonalità forti e cupe. Per cui, Tommaso da Celano, quando compone all'inizio del XIII secolo i testi della Messa da Requiem, ha negli occhi le immagini di un'Italia Centrale messa a ferro e fuoco dalla lotta dei Comuni che vogliono liberarsi dall'oppressione dei signori feudali.

Ancor prima, è certo che Luca, nel momento della stesura finale del suo Vangelo, avvenuta tra l'80 e il 90 dopo Cristo, avesse sotto gli occhi ciò che dieci anni prima era avvenuto con la distruzione di Gerusalemme e del glorioso tempio di Salomone da parte dell'esercito di Roma. Il brano di Vangelo di oggi ce la presenta con una tale dovizia di particolari che ci viene quasi da pensare che Luca fosse stato testimone oculare, come un "telecronista" di quel fatto. Ci racconta di quei personaggi con le manie da "Messia", che da alcuni anni circolavano per le strade della Palestina dicendo "Sono io!", alludendo appunto al Cristo ritornato in vita, e che ottennero solo il risultato di scatenare la sempre suscettibile ira dei Romani, timorosi di vedere minato il loro potere politico. E poi le distruzioni di una guerra civile che insanguina Gerusalemme, con atteggiamenti persecutori nei confronti di chi cercava di professare una fede in un Dio diverso e certamente più autentico rispetto a Cesare. A cui magari si aggiunse anche la fatalità di alcuni eventi meteorologici particolari avvenuti proprio in quei giorni. Da lì a pensare che "il tempo del giorno del Signore fosse vicino" il passo era breve.

Ma l'invito del Signore nel Vangelo di oggi è di grande realismo, e pure di grande speranza: "Non lasciatevi ingannare. Non andategli dietro". Non sono questi i "segni dei tempi" che siamo chiamati ad interpretare per poter dire: "È arrivato il giorno del giudizio".

Anche perché... siamo sinceri: se questi fossero i segni che è giunto il giorno del giudizio finale, questo giorno nel corso della storia dev'essere già capitato migliaia di volte! Pensiamo anche solo agli spaventosi conflitti armati su scala mondiale di cui lo scorso secolo è stato protagonista. Ma apriamo le pagine dei quotidiani, e ci accorgeremo che il "dies irae, dies illa" non è un giorno di calendario poi così futuro!

"Molti verranno nel mio nome dicendo "Sono io": come quando ascoltiamo gente che dalle più diverse piazze, dai più svariati pulpiti e dai più variegati scranni del potere proclamano al popolo bue: "Non avete altra soluzione che me".

"Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno": come quando un impero che fa leva sulla forza terrorizzante del fondamentalismo religioso si solleva contro la forza subdola e silenziosa, ma non meno distruttiva, dell'imperialismo economico.

"Vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze": mi chiedo se Luca non abbia scritto questo Vangelo ad Haiti, nel 2010...

"Vi saranno segni grandiosi dal cielo": non pensiamo subito a cose apocalittiche, e chiediamo invece agli abitanti di Vicenza, di Padova, di Caserta, di Messina, di Massa Carrara e di tante altre "inzuppate" zone di quest'acquitrino italiano quale sia il loro rapporto, in questi giorni, con la pioggia, "segno grandioso" che viene dal cielo.

"Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno": come fanno con i cristiani di Mosul, di Baghdad, del Kashmir, del Vietnam, di Myanmar e del Pakistan, solo per citare alcuni martiri di questi giorni.

"Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi": da Cogne ad Avetrana, da Erba a Garlasco, da Perugia a Novi Ligure... il pellegrinaggio dei delitti familiari sembra non terminare mai.

Luca, evangelista dalle fattezze di reporter, ci parla con un linguaggio senza tempo di quella che pare essere la nostra vita quotidiana; e che forse proprio per questa sua familiare quotidianità non può certo assumere le caratteristiche straordinarie ed apocalittiche del "giorno ultimo" che sta per venire.

Il messaggio del Maestro è sempre, tremendamente attuale: "Non lasciatevi ingannare... Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Non fatevi prendere in giro - sembra dirci - da chi vuole confondervi le idee facendovi credere che ciò che succede quotidianamente sia il segno di un conto finale che sta per essere saldato, per potervi così distogliere dalla realtà della vita di ogni giorno, fatta di lotte, di sacrifici, di rinunce mai fini a se stesse perché volte a dare un senso al futuro ma soprattutto al nostro presente; un presente che, altrimenti, lascerebbe ben poco spazio alla speranza.

Non saranno i "Messia" di turno, né i segni prodigiosi visti nel cielo di chissà quale luogo sacro, e nemmeno le fulminee quanto fugaci illuminazioni di un'esperienza religiosa particolare a darci la salvezza dell'anima.

Sarà la nostra perseveranza a salvare la nostra vita; sarà la fedeltà al quotidiano vivere; sarà la semplicità della fede e delle opere di ogni giorno, magari poco eclatanti, ma fatte con continuità, con onestà e soprattutto con amore, ad aprirci, ogni giorno un po' di più, la porta del Regno di Dio.

 

Ricerca avanzata  (54094 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: