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TESTO Commento su Luca 21,5-19

padre Paul Devreux

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (14/11/2010)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Qualche anno dopo la morte di Gesù, negli anni 70, i romani rasero al suolo Gerusalemme con il suo tempio, per cui i cronisti cristiani scrivono che "Gesù l'aveva previsto". Questo è un modo di dimostrare che Gesù aveva poteri particolari ma anche un modo per tranquillizzare le coscienze, perché se le catastrofi che ha annunciato sono già successe, noi possiamo stare tranquilli. Succede anche oggi: chi dirige l'informazione ordina ai giornali di inserire ogni giorno una notizia che parla della morte di qualcuno, o qualche catastrofe, cosi chi legge e sa che la morte c'è, si rilassa perché inconsciamente questa notizia gli dice che, almeno per oggi, la morte è già passata.

Io non penso che Gesù volesse usare dei suoi poteri per fare vedere che sapeva già anche il futuro. Gesù era una persona seria, che da buon profeta sapeva essere oggettivo e dare un giudizio sulle realtà che lo circondavano. Questo gli ha consentito di poter dire che le cose che i suoi contemporanei ammiravano, le cose in cui confidavano, non erano affidabili, e lo stesso dice oggi a noi.

I discepoli confidavano nel Tempio; gli dava la percezione fisica della presenza di Dio. Anche noi oggi abbiamo delle cose che ci danno sicurezza. Per esempio lo stare in Europa, i soldi, la famiglia, etc... ma anche a noi Gesù dice che non rimarrà nulla di ciò che ammiriamo e in cui confidiamo e anche noi ci domandiamo angosciati quando succederà? Ma il problema non è il quando, perché si sa tutti che passati i vent'anni, comincia una lenta e inesorabile discesa. Il problema e la domanda che s'impone è: cosa rimarrà? Per cosa conviene vivere e darsi da fare?

La risposta mi viene dall'inno alla carità della lettera ai Corinzi (cap 13): alla fine rimane solo l'amore, la carità, ciò che si è fatto di bene. Questo può dare senso all'oggi e essere una prospettiva per il futuro. Rimane ciò che è prezioso agli occhi di Dio, ciò che ha voluto creare e che il peccato prova a distruggere. Gesù dice che nemmeno un capello del nostro capo andrà perduto, nel senso che nemmeno un capello imbiancato, consumato e caduto per avere amato e servito il regno passerà inosservato agli occhi di Dio che conosce il cuore di tutti e saprà riconoscere chi ha perseverato in questo tentativo di costruire il suo regno.

Per questo diciamo: sia lodato Gesù Cristo, più di qualsiasi altra cosa; perché ci aiuta a fare le scelte giuste, quelle che hanno un futuro.

 

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