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TESTO Le profezie adempiute

don Romeo Maggioni  

III domenica T. Avvento (Anno A) (28/11/2010)

Vangelo: Mt 11,2-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!

"Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?", manda a dire il Battista a Gesù. La perplessità di Giovanni nasce dal trovarsi davanti un Messia tanto diverso da quel che s'aspettava: non giudice potente, ma uomo ricco di misericordia e perdono, nei panni non di un vincitore, ma .. di un vinto. E' disagio di sempre della nostra fede posta davanti ad un Dio che salva dalla croce. "E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo", ribatte Gesù.

Si tratta allora di registrare le nostre attese di salvezza sui fatti più che su nostre ipotesi. La Bibbia registra profezie che hanno delineato il volto specifico del Messia, e la storia di Gesù di Nazaret ne racconta l'attuazione.

Il modo d'agire usato da Dio può creare sorprese; ma non è sano voler insegnare a Dio come debba comportarsi con gli uomini. Misterioso, ma sicuramente giusto e a nostro vantaggio: "O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!" (Epist.).

1) VEDRANNO LA GLORIA DEL SIGNORE

"Tutti i Profeti e la Legge hanno profetato fino a Giovanni" (Epist.). La prima lettura rievoca la liberazione di Israele dalla schiavitù di Babilonia: Dio aprirà una strada nel deserto come seppe aprire una strada ("una via santa") nel Mar Rosso quando liberò Israele dall'Egitto. "Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi". Immagini di benessere, di una salvezza cosmica, di una umanità risanata: "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi.. gli orecchi ai sordi, lo zoppo salterà, il muto griderà di gioia,.. scaturiranno acque nel deserto, torrenti nella steppa.., gioia e felicità, .. fuggiranno tristezza e pianto" (Lett.). Per due volte Dio ha mantenuto le promesse di liberazione; sarà allora proprio su questa fedeltà di Dio che Israele dilaterà la sua speranza prospettando l'opera grandiosa del Messia che i profeti hanno pronosticato.

Ed ecco il Messia che viene proprio a inverare quelle antiche promesse: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano....". Riferite i fatti. Questi fatti dicono una speranza trovata! Quanto Isaia aveva predetto, in Gesù si attua e invera, ponendo i segni precisi della novità del Regno, significando con le opere la sua missione di Messia e salvatore definitivo. In altre parole, Gesù dice: il Messia sono io. Io sono quello che tu aspetti. Io pongo i gesti che cambiano la storia e il destino umano. I fatti della nostra salvezza si sono attuati, le premesse e gli strumenti per il rinnovamento ci sono. Il futuro è già iniziato. Il risultato finale è garantito.

Certo, l'opera di Cristo è ancora.. una promessa: "Nella speranza infatti siamo stati salvati" (Rm 8,24). Ma è la speranza garantita, garantita dalla fedeltà di Dio. Anzi in Lui ha manifestato fino in fondo la potenza di vita, fino a risuscitarlo da morte. Per questo i segni di novità che Cristo pone nella storia come inizio di rinnovamento non possono non realizzarsi fino in fondo, fino ad attuare in pieno l'esodo definitivo di tutta l'umanità verso un futuro di vita e di felicità perenne. Un salto di qualità è avvenuto, ben oltre le previsioni. Così lo esprime Gesù: "Tra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni Battista; ma il più piccolo del regno dei cieli è più grande di lui". Una economia nuova si dispiega con Cristo, definitiva, finale (escatologica, si dice): "Se volete comprendere, è lui l'Elia che deve venire".

2) BEATO CHI NON TROVA MOTIVO DI SCANDALO

Se Giovanni era perplesso, noi, davanti addirittura alla croce, siamo tentati di dubbio, o comunque di maggior difficoltà. Per questo Gesù esorta ad una fede robusta e coraggiosa: "Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad oggi, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono". Si tratta di accettare le .. "vie inaccessibili", e i "giudizi insondabili" coi quali Dio gestisce la nostra salvezza. E anzitutto col suo sopportare (o permettere) tante fragilità umane in vista di manifestare più profondamente il suo dono come per-dono: "Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!". Mistero grande quello del male, che solo in questo quadro di misericordia trova un barlume di.. spiegazione. Ebrei e pagani, nessuno può vantare meriti: solo il perdono è la porta della salvezza!

Per Paolo era problema anche come il suo popolo avesse potuto rifiutare un Messia tanto preparato! E trova.. un barlume di spiegazione nel momentaneo spazio lasciato vuoto da loro per poter esser riempito dai pagani (non certo propensi a convivere in un recinto tanto chiuso quale era il giudaismo dell'epoca!). Come a dire: che sa Lui, Dio, usare strategie che sconcertano, ma per raggiungere per vie incomprensibili suoi disegni più grandi. Sa cioè scrivere dritto anche sulle nostre righe storte. Del resto: "Chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere?". Ancora una volta non riduciamo al nostro buon senso l'agire fantasioso e gratuito di Dio nel .. fare il suo mestiere di salvatore!

Una certezza ci sostiene sempre: "I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!". Per Israele è la fedeltà di Dio alle promesse fatte ai padri: "Essi sono amati a causa dei padri". Per noi è la tenace fedeltà di colui "che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme a lui?" (Rm 8,32). "Se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso" (2Tm 2,13). E ancora: "Nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio" (Gv 10,29). Ci assicura sant'Ambrogio: "Nessuno può strappare da te Cristo, se tu stesso non ti strappi da lui". Fedeltà di Dio, per dare forza alla nostra.. fragile fedeltà!

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Il Natale rievoca quella impensabile decisione di Dio "di farsi carne e abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Con l'Avvento incominciamo a invocarlo: "O cieli, stillate rugiada, dalle nubi discenda la giustizia; si schiuda la terra e germogli il Salvatore" (Rorate.., All'ingresso).

La prima venuta s'è attuata; ora guardiamo avanti pieni di speranza per il definitivo incontro con lui: è l'educazione di questo Avvento. "A Cristo Signore la Chiesa va incontro nel suo faticoso cammino, sorretta e allietata dalla speranza, fino a che, nell'ultimo giorno, compiuto il mistero del regno, entrerà con lui nel convito nuziale" (Prefazio).

 

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