PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO I figli del Regno

don Romeo Maggioni  

II domenica T. Avvento (Anno A) (21/11/2010)

Vangelo: Lc 3,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-18

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

7Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 9Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco».

10Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Tutti gli uomini hanno cercato Dio, e anche oggi, in forme diverse, per reazione all'insoddisfazione del consumismo e delle promesse non mantenute della scienza, si cerca una spiritualità, magari solo emotiva, pronti ad accorrere al richiamo di qualcosa che venga dall'alto (.. si veda oggi Medjugorje!), proprio come era già capitato per Giovanni Battista, del quale diceva Gesù: "Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce" (Gv 5,35).

Era l'anno 28 della nostra èra, quando una "voce grida nel deserto: "Preparate la via del Signore: Viene uno che è più forte di me". Quell'attesa e quella ricerca religiosa universale finalmente trovavano risposta precisa, storica e definitiva: il Precursore annunciava presente "colui che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco", il Messia promesso. Chi lo aspettava sinceramente era pronto a dire: "Che cosa dobbiamo fare?".

1) IL POPOLO ERA IN ATTESA

La premessa di ogni fede è la coscienza di un bisogno, l'esperienza di una propria fragilità e insufficienza, perlomeno il sogno di una giustizia che non si riesce mai ad avere, e quindi l'appello ad una salvezza che venga da sopra, oltre le promesse - ideologiche o religiose - che sanno di troppo umane e quindi deludenti. Ecco: "Il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo". Al bisogno di salvezza deve seguire il discernimento. Anche oggi il mercato è troppo intasato di formule di salvezza, da quelle di evasione umana a quelle religiose che in un pluralismo culturale come il nostro vengono offerte tutte con colori affascinanti. Discernimento personale perché non tutto è utile, vero e.. conforme alla realtà oggettiva del disegno di Dio.

Giovanni Battista ce l'ha con questi "figli di Abramo" persuasi di possedere la formula giusta di salvezza. Anche loro hanno bisogno di conversione perché "ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco". E' il giudizio di Dio, non la giustificazione soggettiva ad essere il metro di misurazione della propria rettitudine. Se la salvezza viene da fuori, è da fuori che deve venire la verifica della propria coscienza. "Già la scure è posta alla radice degli alberi", e "la pala" è pronta a "pulire l'aia.. per bruciare la paglia con un fuoco inestinguibile". L'invito è a tutta la folla, chiamata a confrontarsi con il porsi definitivo del giudizio divino e dell'unica salvezza ormai incarnata in quel "più forte di me" che il Battista annuncia.

Ecco: data e persona precisano il punto di tangenza - di incontro o di scontro - tra l'uomo che cerca salvezza e Dio che la offre. Non è più possibile ipotizzare altra strada; sono superate tutte le forme - sincere magari e di larga istituzione - che finora hanno segnalato una salvezza da Dio. Gesù sarà esplicito: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6). Vi è una strada privilegiata fissata da Dio per giungere a noi e noi a lui: "Uno solo, infatti è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Tm 2,5). Per tutti: per gli Ebrei che avevano ricevuto la promessa di un Messia; per tutti gli altri cui è aperta la misericordia di Dio: "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!".

2) CHE COSA DOBBIAMO FARE?

"Le folle lo interrogavano: Che cosa dobbiamo fare?". All'iniziativa di Dio deve corrispondere l'accoglienza dell'uomo: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate". Tocca a noi ora sistemare la strada per l'arrivo di Cristo, cioè togliere tutti gli ostacoli morali che bloccano la sua iniziativa o ne creano inciampo. Per ciascuno il suo passo specifico da compiere: di giustizia, di carità, di rettitudine e rispetto per tutti: "Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha... Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno". Tocca a noi preparare la casa del nostro cuore alla visita del Salvatore. Non possiamo rimanere estranei all'opera di Dio: non sarebbe fruttuosa senza il nostro apporto.

Giovanni Battista "percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati". Sono richiesti due elementi: la conversione e il battesimo, un atto soggettivo e un gesto esterno, oggettivo. "Metanoeite", cambiate riferimento, cambiate sicurezze, cambiate il vostro punto d'appoggio e la vostra speranza! In fondo, questo è convertirsi: consapevoli di esserci illusi fidandoci troppo di noi stessi e del mondo, ci apriamo all'unica forza capace di salvarci, in qualità e perennità di vita, che è Dio solo. Dobbiamo venire a messa la domenica non con l'idea di fare un piacere a Dio (.. o un dovere!), ma per esprimere un bisogno sincero di lui. Qualche volta viene il dubbio che le nostre assemblee festive siano una buona accolta di pacifici soddisfatti della vita e per nulla quindi bisognosi di Dio?

Dalla conversione è necessario collegarsi poi all'iniziativa storica di Cristo. La ricerca di Dio deve raggiungere un punto d'incontro con quanto questo Dio ha già fatto per venire a noi. La fede soggettiva si invera solo quando è toccata dalla realtà oggettiva del divino posta nella storia per ogni uomo nella sua Chiesa. Dalla conversione al battesimo, dalla fede al sacramento, dalla preparazione al Natale alla sua solenne celebrazione liturgico-sacramentale. Solo allora "ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!", cioè che viene da Dio. Ancora una volta questa "storicità", cioè l'oggettività della salvezza offertaci dai gesti stabiliti da Cristo, è garanzia d'efficacia contro ogni illusorio soggettivismo religioso.

******

"Spunterà il rampollo di Iesse: in lui le nazioni spereranno" (Epist.). Dio ha scelto di rendersi visibile nella nostra storia; necessariamente in un punto preciso: "Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare..". Sua è la scelta, .. e ne sa lui il perché. Comunque dirà Gesù: "La salvezza viene dai Giudei" (Gv 4,22). Ma sarà "una salvezza preparata davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti" (Lc 2,30-32), proclama il vecchio Simeone. Per questo l'ordine di Gesù sarà: "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 20,19). Radicato in un popolo, il vangelo ha destinazione universale. La Chiesa è vessillo innalzato tra le nazioni, luce posta sul monte perché chi cerca trovi il segnale giusto!

 

Ricerca avanzata  (53955 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: