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TESTO Commento su Luca 2,22-35

Paolo Curtaz  

29 Dicembre - V giorno fra l'Ottava di Natale (29/12/2009)

Vangelo: Lc 2,22-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Maria e Giuseppe salgono al Tempio, che incute una certa soggezione a due paesani del Nord. Offrono due colombi, l'offerta minima, l'offerta dei poveri. Gli affari non vanno troppo bene, a Giuseppe, meglio stare sul risparmio. E, mentre chiedono informazioni, si avvicina loro un anziano, Simeone. Prende il bambino e pronuncia una strana preghiera. Simeone ha visto lontano: questo bambino sarà segno di contraddizione per molti, costringerà a schierarsi, svelerà i segreti del cuore di ognuno e questo, a Maria, provocherà un dolore tagliente e profondo. Non c'è sofferenza peggiore del vedere soffrire una persona che si ama. Maria impallidisce. Ha accettato, nove mesi prima, di diventare la madre di Dio. Sa che diventare madre richiede sacrificio e dono di sé, ed è disposta a farlo. Ora viene a sapere che alla sofferenza insita nel ruolo genitoriale, alla fatica educativa di ogni adulto, si aggiungerà un fosco futuro. Il saluto dell'angelo, la profezia su Gesù che sarà chiamato santo, Figlio di Dio, non significa evitare la sofferenza, per Gesù e per sua madre. Maria sorride e saluta, e si avvia verso il sacerdote che taglierà un minuscolo brandello di pelle a suo figlio. A lei, è appena stato tagliato un pezzo di cuore.

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