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TESTO Commento su Luca 16,9-15

Paolo Curtaz  

Sabato della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/11/2009)

Vangelo: Lc 16,9-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù ha ragione: è impossibile servire a due padroni. Se il possesso, il denaro, il lavoro diventano nostri padroni, non possiamo più occuparci liberamente delle cose di Dio e dello Spirito: nonostante tutta la nostra buona volontà, siamo travolti dalle preoccupazioni. Intendiamoci bene, però: Gesù non è un classista e non condanna, di per sé, la ricchezza. La Bibbia ha le idee molto chiare su questo aspetto: la ricchezza e il benessere sono sempre dono di Dio. La miseria e la povertà sono sempre responsabilità del ricco che non vuole condividere. Gesù ha, fra i suoi discepoli, persone benestanti e poveracci, ma sa che né l'una né l'altra condizione sono, in sé, meritevoli di Dio. Solo avverte i discepoli: la ricchezza può ingannare perché promette ciò che non riesce a mantenere, e proclama beati i miseri, i pitocchi, non perché tali, ma perché la povertà può aprirli alla fiducia verso Dio. Interroghiamoci, oggi, sull'uso che facciamo del denaro, sapendo che la ricchezza è questione di cuore, non di portafoglio, chiediamoci se siamo sufficientemente liberi dalle cose e dal denaro e se c'è, nel nostro cuore, la capacità di condividere il di più che la Provvidenza mette nelle nostre tasche.

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