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TESTO Commento su Luca 7,31-35

Paolo Curtaz  

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Mercoledì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (16/09/2009)

Vangelo: Lc 7,31-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,31-35

31A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.

33È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. 34È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. 35Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Ha ragione, il Signore, ha ragione: non siamo mai contenti, mai soddisfatti, come i farisei, come la gente che lo ascolta. Giovanni digiunava? Certamente aveva un demonio in corpo! Gesù non digiuna?

È un gaudente, un mangione e un beone! Anche noi ci comportiamo in questo modo nei confronti della Chiesa: tutti noi ne sappiamo di più del Papa e tutti sapremmo risolvere i tanti problemi che affliggono la Santa Chiesa di Dio! E la pastorale in parrocchia? E il nostro parroco? Non ne parliamo! Quello di prima sì, invece... Quando capiremo che ci è affidato il Regno, che la diversità è un dono? Che la lamentazione non è accettabile nei figli di Dio? Che ci occorre uno sguardo profondo e di fede sulla realtà, su di noi, sulla Chiesa? Poi, certo, insieme decidiamo cosa è meglio fare, quali strategie adottare, che tipo di pastorale proporre... Ma sono scelte conseguenti all'incontro e al rispetto del primo comandamento del Signore che è quello dell'amore reciproco! Grazie, Signore, di questa giornata, della mia vita, delle cose che ho, di me stesso. Non tutto funziona come vorrei, o come dovrebbe, ma non voglio, oggi, lamentarmi di nulla: ho te, cosa mi manca?

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