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TESTO Commento su Luca 6,27-38

Paolo Curtaz  

Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (10/09/2009)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Luca amplia il discorso della montagna di Matteo e propone, ai discepoli del Signore, una misura di santità che mette i brividi, amare i propri nemici, perdonare, donare senza condizione: tutto ciò manifesta la nostra appartenenza al Signore. Non è, però, il frutto di uno sforzo, una sorta di supereroismo spirituale: la morale cristiana senza Cristo è immorale! Possiamo perdonare perché perdonati, possiamo donare ciò che abbiamo abbondantemente ricevuto, possiamo amare perché, noi per primi, siamo amati dal Signore Gesù. Luca, poi, si permette di correggere il suo collega che conclude il discorso scrivendo: siate perfetti come il Padre. Luca, invece, scrive: siate misericordiosi come il Padre. La perfezione di Dio non è un'asettica situazione di correttezza morale, affatto. La perfezione di Dio consiste nella sua infinita misericordia, nella sua pazienza illimitata, nel suo amare senza condizioni e senza misura. Perciò possiamo, sfiorando il paradosso, partecipare alla sua santità, che non consiste nel non fare errori, ma nel farli per eccesso d'amore.

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