TESTO Commento su Luca 6,6-11
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
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Lunedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (07/09/2009)
Vangelo: Lc 6,6-11

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 8Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 9Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». 10E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 11Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Gesù mette l'uomo ammalato nel mezzo, al centro della sua attenzione. Non pone al centro l'osservanza scrupolosa e pedissequa della norma, come invece fanno i farisei pieni di rabbia (!) a causa di una guarigione miracolosa. Gesù ama il Padre, osserva la Legge senza cambiarne una virgola, ma non la sua per commettere un'ingiustizia. Assurdo: nel nome di Dio, pensando di osservarne la legge e di fargli piacere, i devoti farisei uccidono l'uomo, lo lasciano nella sua malattia, pensano di amare Dio negando la salvezza agli uomini! Gesù conosce bene la Legge e la pratica, la vive sulla sua pelle, sa che è stata donata per essere più uomini, più veri, non per incatenare le persone! Stiamo particolarmente attenti noi, uomini di fede, addetti all'annuncio della Parola, a non commettere lo stesso errore. A volte la percezione che le persone hanno della Chiesa è quella di un gruppo di persone che si divertono a proibire ogni cosa, a fare immensi distinguo sulle questioni della modernità. Sappiamo che non è così e che, soprattutto oggi, difendere la verità è un'opera faticosa e meritoria, ma sforziamoci sempre di mettere l'uomo al centro e il vangelo della libertà interiore sia il primo messaggio che esce dalle nostre bocche.