TESTO Vivere da risorti!
don Carlo Occelli Jesus Inside
XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (07/11/2010)
Vangelo: Lc 20,27-38 (forma breve: Lc 20,27.34-38)

In quel tempo, 27si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
In quel tempo, disse Gesù ad alcuni8 sadducèi, 27i quali dicono che non c’è risurrezione: 34«I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dalle stelle alle stalle.
La scorsa settimana incontro un omino piccolo di statura, antipatico a tutti, arcipubblicano venduto all'autorità romana e ricco, pertanto antipatico alla maggioranza.
Mai messo i piede in chiesa, vergogna!, un mangiapreti come pochi quel Zaccheo.
In mezzo alla folla che attorniava il Signore Gesù il vangelo ci racconta però che fu proprio lui ad incontrare il Maestro. Con la sua voglia di vederlo, con il coraggio di andare oltre la folla e salire sul sicomoro, con la gioia di riconoscerlo come il vero nuovo tesoro della sua vita.
Da lui si fermò Gesù! A casa del capo dei pubblicani entrò la salvezza!
Grande Zaccheo. Grande Gesù.
Ah, una pagina di vangelo che ti porta alle stelle!
Ora il vangelo di oggi inizia così: "Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei"...
Se tanto è accaduto con un peccatore come Zaccheo, chissà che accadrà con questi qui che, solo dal nome, danno l'idea di saperne un bel po' su Dio, la religione ecc. ecc.
Oltre l'intuito infatti sappiamo che i sadducei non erano mica gli ultimi arrivati in Israele. Si potrebbe definire il movimento più aristocratico e conservatore rispetto ai farisei più popolari.
La loro fede poggia anzitutto si primi libri della Bibbia, il Pentateuco. Per questo motivo essi non credono nella dottrina della risurrezione che appare più tardi nelle scritture.
La risurrezione dei morti infatti è considerata più che altro una superstizione, una teoria che è impensabile e ridicola. E infatti tirano fuori dal cappello un bel caso studiato a tavolino, uno di quei casi che solo gli studiosi sono in grado di inventarsi!
E eccoci alle stalle.
Non per gli argomenti di cui si parla, ma per il modo con cui se ne parla.
Amano discutere i sadducei. Sono anche simili a noi e alla nostra società dove impazza la voglia di discussioni. Si discute continuamente nelle piazze televisive, sui blog dell'uno e dell'altro, con 1 10 100 nickname, e twitter youtube facebook...
Si discute animatamente nei consigli di istituto, nelle assemblee degli studenti e nei cortei di protesta, e come non ricordare le amatissime riunioni condominiali!! Che dire poi dei consigli pastorali, delle commissioni Diocesane per i giovani, i giovanissimi, i piccoli, i vicini e i lontani, gli alti e i bassi i grassi e i magri... ogni teoria ovviamente ben fondata sulla citazione biblica di turno!
Oltre le battute. Discutere è fondamentale nella nostra vita, ma non basta. La discussione non può sostituire la vita.
I sadducei presentano a Gesù una bella discussione, proprio partendo da una citazione biblica. Non basta neppure allora saper citare la Bibbia per incontrare Gesù!
Gesù non vuole solo discutere con noi, non si accontenta di questo. Vuole passare dalla discussione alla vita. Ed infatti nel rispondere, sposta per due volte la questione.
La storia di quella donna gli permette di dire un aspetto fondamentale della vita eterna, della risurrezione: non si tratta di pensarla come uno specchio del mondo attuale. La risurrezione apre ad una dimensione altra, totalmente nuova, che semplicemente non ci è data di vedere con i nostri occhi e di poter immaginare. Non sarà la trasposizione in terno della nostra vita terrena, quanto piuttosto la pienezza eccedente della nostra vita!
Possiamo anche passare il nostro tempo a lasciare che l'immaginazione e la curiosità prendano il sopravvento, ma finiamo in vicoli ciechi. Così come il caso portato dai sadducei.
Certamente ogni uomo si pone delle domande sul futuro della vita, su che ne sarà di noi e dei nostri cari.
Sono domande insite nei nostri cuori. Abbiamo appena vissuto la festa dei Santi e la memoria dei defunti, giorni che facilitano il riemergere di tanti interrogativi.
Ebbene, cosa ci dice Gesù? Cosa dice a quei sadducei?
Non riporta una citazione sulla risurrezione, quanto su Dio stesso.
E' qui il vero problema: pensando al futuro ciò che conta non è relativo al "come" saremo, ma piuttosto intorno al "chi" ci sarà ad accoglierci!
Gesù va al centro: ma non sai che il mio Dio non è il Dio dei morti ma dei vivi??
Ancora una volta la questione eventualmente da discutere è proprio questa: ma in che Dio credi tu, caro sadduceo? In che Dio credi tu caro Carlo?
Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui.
Questi ripetuti "di"... di Abramo di Isacco... mi ricordano che il nostro Dio è un Dio personale, non siamo una cozzaglia. Siamo amati personalmente ed unicamente da Dio.
Il nome di Dio si mischia con la storia personale di quegli uomini. Il nome di Dio si mischia con la mia storia personale.
Sì, Dio desidera, attraverso la presenza dello Spirito Santo che abita i nostri cuori, entrare nella nostra storia, penetrare il tempo che viviamo.
Ma con la sua Risurrezione Gesù non ci ha solo parlato solo di un futuro che verrà, e dunque del fatto che davanti a noi non c'è la morte ma la vita, ma ci ha donato il suo spirito di vita.
La Risurrezione non riguarda solo il nostro futuro, ma il nostro presente.
La risurrezione è iniziata!
Caro amico,
non perdiamoci allora nelle continue ed eterne discussioni, ma viviamo da risorti. Già ora. Proprio la nostra vita!
Vivere da risorti: il regno dei cieli è già qui. Cristo risorto è con noi, chi sarà allora contro di noi? Niente e nessuno... se non la nostra pigrizia nell'accontentarci di discutere attorno a Gesù, invece di farlo entrare nella vita!
Dalle stelle alle stelle
Eccoci pronti per partire e per vivere, Gesù! Sappiamo che tu sei la nostra vita, che il nostro futuro sei tu che sei l'Amore! E questo tempo dell'Amore è già iniziato!
Come testimoniare la vita? Come testimoniare la nostra sequela del Dio dei vivi e non dei morti?
Penso alle nostre liturgie...
Penso ai nostri incontri...
Penso alle nostre discussioni...
... pensaci anche un po' tu...
Discepoli di Cristo risorto! Testimoni del Dio della vita! Gioia pace amore!
Viviamo da risorti, tanto per condividere un esempio,
quando nelle nostre discussioni non ridicolizziamo l'altro
quando nelle nostre comunità, dopo le parole, ci mettiamo la nostra faccia
quando seminiamo fiducia nei nostri ambienti...
... o il cristianesimo è destinato a morire...