TESTO Commento su Marco 12,18-27
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Mercoledì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (03/06/2009)
Vangelo: Mc 12,18-27
Ai sadducei della vedova in questione importa meno di zero. Loro, gli aristocratici, conservatori di Gerusalemme, considerano novità tutto ciò che non è contenuto nella Torah, bizzarrie tutto ciò che non proviene da Mosè. Allergici e impermeabili alle novità, non disdegnano, però, di accordarsi con l'invasore romano. L'idea della resurrezione dai morti, per loro, è una moda recente e non condivisibile: biasimano e irridono quella che reputano un'inutile novità. E, così, decidono di porre a Gesù un caso limite, per ridicolizzarlo. Il valore della tribù e della famiglia era così forte, agli inizi della storia di Israele, che una vedova senza figli era invitata ad unirsi a uno dei fratelli del defunto per avere un figlio che avrebbe tramandato il nome del padre ai posteri. Ed ecco il caso della vedova "ammazzamariti": sette volte vedova, sette volte senza figli. Di chi sarà moglie, alla resurrezione dei morti? Gesù accetta la provocazione e testimonia di credere alla resurrezione dai morti. Meglio, usando quella Scrittura che i suoi avversari brandiscono come un'arma, Gesù allarga gli orizzonti: il Dio di Mosé, che loro credono di venerare, non è imbalsamato come la loro fantasiosa teologia...