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TESTO Commento su Giovanni 17,1-11

Paolo Curtaz  

Martedì della VII settimana di Pasqua (26/05/2009)

Vangelo: Gv 17,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Prega con noi oggi il grandissimo Filippo Neri, aissuto nel Cinquecento, precettore fiorentino giunto a Roma e diventato prete a furor di popolo, "inventò" l'oratorio. Di lui colpisce, soprattutto, l'intatto buonumore. Ancora ci ammonisce: «state buoni, se potete!»

Ciò che unisce il discorso di Paolo agli anziani di Mileto della prima lettura, e il discorso di Gesù dopo l'ultima cena, oggi, è l'attenzione ai propri discepoli, l'affetto che emerge dalle loro parole, la preoccupazione per il loro futuro. Paolo, profondamente cambiato dalla conoscenza della tenerezza di Cristo, raccomanda ai suoi discepoli di restare fedeli alla Parola ricevuta. Gesù, preoccupato per la tenuta della fede dei suoi discepoli che stanno per essere vagliati dalla croce, li affida nella preghiera alla tenerezza del Padre. Fra i credenti si instaurano dei rapporti fortissimi, più forti dei legami di sangue, dice il vangelo e la preoccupazione per il bene dell'altro (non per quello che mi può dare!) prevale su ogni altro sentimento. Ho visto catechisti e parroci soffrire fisicamente per lo sbandamento di una persona o l'infiacchimento della fede di una comunità, ho visto fratelli consumarsi nella preghiera per l'affetto liberante e sincero verso altri fratelli, ho visto quanto bene può fare il sostegno e l'attenzione fra i discepoli. Non disperdiamo questo tesoro che ci distingue dalla logica mondana, coltiviamo i rapporti e le relazioni di fraternità che ci derivano dall'appartenere a Cristo!

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