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TESTO Commento su Giovanni 20,1-9

Paolo Curtaz  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno B) (12/04/2009)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Correte, correte! Correte a vedere il miracolo, la tomba vuota, i segni dell'assenza del Maestro! correte, perché la fede è dinamica, veloce, perché l'amore mette le ali. Correte!

Pietro e Giovanni corrono al sepolcro. Una corsa affannosa, mentre Gerusalemme è ancora avvolta nel sonno, e il sole, il bellissimo sole di Gerusalemme ha cominciato a scaldare le pietre color ocra con cui sono costruite le abitazioni e le mura che avvolgono la città. Ma, sapete, l'età (Pietro è sicuramente più vecchio di Giovanni) e la teologia (Pietro, l'autorità, il ruolo, deve sempre star dietro a Giovanni, l'amore e la creatività) fanno arrivare sì che Giovanni giunga per primo al sepolcro, e aspettare poi aspetti Pietro che arriva ansimando, senza fiato. È questa l'esperienza della Chiesa: correre al sepolcro e sapersi aspettare gli uni gli altri. Abbiamo ritmi diversi, siamo splendidamente diversi, amici. La Chiesa non è né la compagnia dei bravi ragazzi, né il club delle anime devote. La Chiesa è lunga e larga e profonda, fatta di persone diverse, di discepoli diversi. La diversità è suo patrimonio irrinunciabile, come Gesù ci testimonia nell'improbabile scelta degli apostoli. La Chiesa esiste solo per vivere e annunciare che il Signore è risorto. Esplodiamo di luce, amici, gridiamolo forte: la morte, ogni morte, non è il capolinea della nostra vita!

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