TESTO Commento su Luca 6,36-38
Lunedì della II settimana di Quaresima (09/03/2009)
Vangelo: Lc 6,36-38
«36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Non giudicate, non condannate, perdonate. Il discorso della montagna di Gesù in Luca è essenziale, urticante, sbalorditivo. Gesù chiede a noi, suoi discepoli, l'assolutezza dell'amore, la vertigine della santità. E spiega: lo potete fare perché Dio fa così, perché io faccio così. Siamo onesti, fratelli nella fede, se vivete davvero il vangelo vi sarà capitato più e più volte di sentirvi pesci fuor d'acqua, di sentirvi come i Panda, una specie in via di estinzione. Ve lo fanno notare tutti: in ufficio, a casa, confrontandovi con i modelli dei media. Essere cristiani, davvero, senza parentesi, senza furberie, è perdente, a tratti inutile e pericoloso. E Gesù spiega: lo potete fare, siete resi capaci grazie alla misericordia che Dio usa verso di voi. La perfezione di Dio non è un'asettica capacità di amare, ma la sua compassione, la sua totale partecipazione, la sua assoluta comprensione, Dio non è un bonaccione, né un superficiale: ama dando la sua vita, ama con tutto se stesso, comunicandosi, mettendosi nei panni. Perciò diventiamo capaci di amare in questo modo e di poter dire, come san Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.