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TESTO Commento su Matteo 2,1-12

Paolo Curtaz  

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Epifania del Signore (06/01/2009)

Vangelo: Mt 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 2,1-12

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6E tu, Betlemme, terra di Giuda,

non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Gioite, cercatori di Dio! Dopo essersi rivelato ai giusti di Israele (Maria e Giuseppe) e ai poveri (i pastori), il Dio fatto uomo si fa trovare dai pagani che cercano, in realtà, la risposta alle teorie scientifiche. Che meraviglia!

L'intento di Matteo è chiaro. Lui, ebreo, scrive il suo Vangelo per una comunità di ebrei-cristiani e desidera spalancare loro lo sguardo: il Messia è venuto ed è veramente l'atteso delle genti, non soltanto il pastore di Israele. Come ogni piccola comunità che deve sopravvivere in mezzo a culture aggressive, lungo la propria storia Israele si era rinchiusa come minoranza blindata allergica allo straniero, perdendo lo smalto primigenio e dimenticando di essere il popolo che doveva portare a tutti i popoli il volto del Dio misterioso che si era raccontato ad Abramo e ai padri. E, stupore!, Tra i primi ad accogliere il Messia sono sì gli israeliti, ma i dimenticati, i poveri: Maria, Giuseppe, i pastori. Dio non viene accolto dal potente partito dei sadducei, non dal Sommo Sacerdote o dai farisei, i devoti tra i devoti. E, stupore!, gli stranieri, i reietti, i "non-popolo", i "cani" riconoscono il volto di Dio. Dio vuole svelarsi a tutti, vuole raggiungere ogni uomo, ogni nazione. L'intento di Matteo, dicevamo, è lineare: Gesù è venuto per essere riconosciuto da ogni popolo, qui raffigurato dai misteriosi magi d'Oriente. Dio vuole svelarsi ad ogni uomo e la Chiesa, serva del Vangelo, desidera fortemente allargare il messaggio evangelico ad ogni uomo. San Paolo diventerà il campione (fortunatamente per noi!) di questa visione allargata di Chiesa...

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