TESTO Commento su Luca 16,9-15
Sabato della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (08/11/2008)
Vangelo: Lc 16,9-15
Non possiamo servire a Dio e a mammona, non possiamo vivere liberi per amare Dio se il nostro cuore è inchiodato alle preoccupazioni di questo mondo, non possiamo guardare oltre, se il nostro sguardo è inchiodato all'oggi. Gesù ha perfettamente ragione, ma occorre capirsi. Nella Chiesa il rapporto fra fede è denaro è sempre stato ambiguo, e ha oscillato tra la simonia e il pauperismo. Gesù non loda la povertà, né condanna la ricchezza. Chiede una povertà che sia una condivisione delle proprie risorse con i fratelli più sfortunati e ammonisce a non lasciarsi ingannare dalla ricchezza che promette ciò che non può mantenere. Gesù è libero dalla ricchezza, ma anche da una povertà ostentata e presuntuosa. Gesù chiede di essere orientati all'essenziale, facendo continuamente discernimento sul nostro modo di essere legati alle cose della terra. Anche come comunità cristiane siamo chiamati a vivere con serietà e serenità il rapporto con il denaro, senza nasconderci dietro luoghi comuni (i famosi soldi del Vaticano che magari esistono, ma cosa c'entrano con la mia concreta comunità?) e senza fuggire dal nostro impegno: se la fede non tocca il portafoglio devo ancora capire delle cose dell'incontro con Dio. Ciò fatto, viviamo con semplicità e onore il nostro tempo, il nostro lavoro, integerrimi e onesti nelle regole del mondo perché se non siamo fedeli nel poco, come potrà il Maestro affidarci il molto?