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TESTO Commento su Matteo 6,7-15

Paolo Curtaz  

Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (19/06/2008)

Vangelo: Mt 6,7-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù ci insegna a pregare e ci ricorda, anzitutto, che la preghiera che facciamo è rivolta ad un padre che ci conosce e ci ama. Troppe volte, invece, la nostra preghiera è rivolta ad una lunatica divinità che potrebbe aiutarmi e non lo fa. Quando preghiamo ci stiamo rivolgendo a qualcuno che ci conosce nel profondo e che sa di che cosa abbiamo bisogno: la preghiera diventa allora anzitutto conversione al Dio di Gesù. Nella preghiera del Padre Nostro, la più preziosa per un credente, l'unica che Gesù ci ha lasciato, troviamo tutto il necessario, tutto ciò che è bene chiedere: la fraternità, il regno da instaurare, la volontà benevola di Dio, l'allargamento dell'armonia del cielo, il pane, il perdono dei peccati e la pace del cuore, la capacità di affrontare le fatiche e le tentazioni. Preghiera da meditare e da accogliere, il Padre Nostro resta il cuore della nostra invocazione: così san Francesco proponeva ai suoi fratelli "poverelli" di recitare spesso, durante il giorno questa preghiera; anche noi, oggi, lasciamo che il nome del Padre, il nome del nostro Dio, salga spesso alle nostre labbra, com'era abituato a fare il Maestro Gesù. Sia la preghiera dei figli la più amata, la più recitata, il cuore della nostra giornata, il faro delle nostre scelte, così che la nostra giornata sia piena della consapevolezza di essere figli prediletti del Padre.

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