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TESTO Commento su Matteo 9,9-13

Paolo Curtaz  

X Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (08/06/2008)

Vangelo: Mt 9,9-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 9mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Gesù è venuto per i malati, pare. E noi tutti a dire che per meritare Dio dobbiamo essere sani e giusti e probi. Gesù è venuto a guarire, dice il Vangelo. E noi a pensare che va bene accettare i malati, nella Chiesa, ma che si sbrighino a guarire!

Matteo era ricco, molto ricco, spregiudicato e temuto. Odiato, certamente, com'è odiato chi ha fatto fortuna sulle tragedie altrui. E venduto, perché - si sa - il denaro non puzza, e occorreva rassegnarsi alla dominazione romana. Idolatra, per i farisei e i devoti, perché portava in tasca le monete dell'Impero, con il bel faccione dell'imperatore stampato sul conio. Poi, un giorno, avvenne l'incontro. Lo aveva già visto altre volte, il Nazareno; sapeva che giocava a fare il mistico, il profeta, Ma lui, Matteo, non aveva tempo per occuparsi di religione. Il Nazareno si accostò, sorridendo, al banchetto delle tasse. Lo guardò con intensità. Matteo si aspettava un rimprovero, come spesso accadeva da parte dei devoti che andavano in sinagoga e che sputavano in terra quando lo incrociavano. Invece no. Gesù disse, semplicemente: vieni? Matteo restò interdetto. Avrebbe voluto fargli mille domande. Non un suono gli uscì dalla gola. Andò. Matteo scrive questa pagina trent'anni dopo. Ci sta dicendo: ne è valsa la pena. Trent'anni sono una vita, e Matteo dice a noi suoi lettori: ho lasciato tutto: ricchezza, potere, progetti e ho seguito il folle Nazareno. Ne è valsa la pena, credetemi; la festa che ho dato giunta la sera e a cui Gesù ha voluto partecipare, malgrado fossimo tutti dei rampanti professionisti della truffa', degli spregiudicati manager senza scrupoli, è continuata fino ad oggi.

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