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don Carlo Occelli  

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (10/10/2010)

Vangelo: Lc 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,11-19

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Aumenta la nostra fede!

Con queste parole ci siamo lasciati la scorsa settimana, ed ancora con queste vorremmo salutarci oggi.

Ci mettiamo in ascolto della Parola, con il desiderio di incontrarci con il Signore, nella più sincera autenticità.
Veniamo a te, Signore Gesù, con il cuore in mano.

Così hanno fatto gli apostoli in quel tempo e poi si sono nuovamente messi in cammino verso Gerusalemme. Ci siamo soffermati su quanto sia necessario, per risvegliare la nostra fede, ricuperare la semplicità dei bambini, del loro naturale atteggiamento di fiducia.

Il vangelo di oggi ci aiuta a comprendere un altro atteggimento fondamentale della fede: la gratitudine.

Come sempre Gesù non si inventa le cose, ma interpreta ciò che nella vita gli accade, trae ispirazione dalla vita concreta.

Anche per noi è così: ricordiamo che è negli accadimenti di ogni giorno che noi si impara a diventare uomini, seguendo il Maestro Gesù. Proprio nella tua vita, lontana da apparizioni o da esperienze mistiche, puoi incontrare Gesù e vivere di lui!

Gesù incontra dieci lebbrosi.

Credo che, più o meno, sappiamo tutti in quale terribile condizione gravasse la vita di un lebbroso in quei tempi.

Quando fosse successo che un lebbroso fosse guarito dalla malattia, era il sacerdote l'incaricato ufficiale che solo poteva dichiarare l'uomo guarito: questo il motivo per cui Gesù li invia dai sacerdoti.

Fermiamoci un attimo su ciò che accade: intanto quei dieci iniziano, mi piace dire, con il piede giusto: Gesù, abbi pietà di noi!

Non è una falsa umiltà che noi chiediamo perdono ogni volta ad inizio della Messa, neppure un voler continuamente sentirsi in colpa vedendo il male dappertutto.

No, noi con sincerità e verità, ci ritroviamo veramente a dire ogni settimana: Abbi pietà di noi! Abbi pietà di me Signore, perché dico e non faccio, perché milioni di parole della Scrittura mi son passate sopra la testa e non mi sono entrate nel cuore, perché ho vissuto centinaia di Messe senza convertirmi...

Insomma, anche qui, non è per noi una finta chiedere perdono...

Ebbene Gesù questa volta non fa nessun gesto pratico, ma domanda a quei dieci un anticipo di fiducia!

Andate a presentarvi dal sacerdote... e MENTRE essi andavano....

Anche a me viene chiesto un anticipo di fiducia! Mi piace questa cosa: noi cristiani in questo mondo siamo gente che cammina anticipando la guarigione, fidandoci che il nostro Dio, mentre noi camminiamo, ci porterà alla guarigione.

Guardando i nostri figli, questa nostra società, i nostri giovani... siamo chiamati ad anticipare fiducia, a leggere il nostro tempo armati di speranza! E che diavolo! La chiesa tutta ha in sé questa fiducia e questa speranza: il Signore salva!!!
Come alimentare in noi questa fiducia?
Ecco, quello che accade subito dopo ce lo suggerisce.

Guariti dalla lebbra, nove uomini rimangono tuttavia affetti dal cancro dell'ingratitudine!

Questa è la malattia di quegli uomini, ma questa è la malattia che spesso alloggia gratuitamente nelle nostre famiglie. La malattia dell'ingratitudine è come la lebbra: divora le relazioni, noi stessi, fino a raggiungere il nostro cuore e sgretolare pure lui!

Eccola attacccare il rapporto genitori-figli (pensa a quanti grazie omessi caro ragazzo verso il tuo babbo e la tua mamma; ma cara mamma e caro papà pensa quanti grazie omessi nei confronti di tuo figlio...), il rapporto di coppia quando tutto è dovuto... (dovuta è la camicia stirata, dovuta è la cena pronta, dovuto è il denaro, .....)

Logora, la lebbra dell'ingratitudine!, non solo le nostre famiglie, ma le nostre comunità parrocchiali con i differenti gruppi, i nostri uffici, la nostra società, le nostre scuole...

Fermiamoci a pensare un attimino: potremmo mai vivere la fiducia e la fede, senza gratitudine?
Non sarà questa la grande malattia che dobbiamo combattere?

Il vangelo della scorsa settimana ci ha insegnato che la fede è semplice fiducia. Allora quell' "Aumenta la nostra fede", oggi si trasforma in: "Aumenta la nostra gratitudine".

Non pensiamo a grandi cose, stampiamocela a caratteri cubitali sotto i nostri altari, nelle nostre bacheche, all'ingresso delle nostre case... questa settimana incrementiamo un semplice sentimento di gratitudine!
A 360°!
Inizia ora, in questo momento.
Inizia con il Dio che ti ama.
Ti dona fiducia.

Ti vuole felice.

GRAZIE SIGNORE.

Dillo con calma questo grazie, dillo per ogni persona che ami e anche per quelle che non ami abbastanza,
per la tua vita... e poi non ti fermare più!!!

Ma che scoppi un po' di gratitudine in queste nostre chiese buie!!!

Che chi ci vede uscire dalla Messa, o da un confessionale... ci veda felici!!!!! Grati!!!!!
"Uno tornò indietro lodando Dio a gran voce"...

E che mai noi cristiani così poco spesso ci si vede a lodare Dio a gran voce?!

Preferiremo anche questa settimana tornare per lamentarci? O per piangerci addosso? O per accusare il mondo che ce l'ha con noi?
Dai... possiamo tornare lodando Dio!
Gratitudine... solo gratitudine... proviamoci!
Buona settimana!

 

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