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TESTO Accresci in noi la fede

don Carlo Occelli  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (03/10/2010)

Vangelo: Lc 17,5-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,5-10

In quel tempo, 5gli apostoli dissero al Signore: 6«Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Evviva!

Rieccoci in ascolto fiducioso della Parola. In ognuno di noi essa risuona in modo differente, unico, guidato dallo Spirito!

Chissà se i nostri occhi si sono aperti verso il Lazzaro che sta sull'uscio di casa nostra... oppure no.

"Tu non sei più tu, ma sei semplicemente quello che hai"... ricordavo la scorsa settimana descrivendo il ricco epulone di cui il vangelo omette di dire il nome proprio.

C'è qualcosa che non ci fa più essere noi stessi? Hai dato un'occhiata nel tuo cuore?
Si?... che ci hai trovato?
No?... e che cosa aspetti?

Potremmo di nuovo fermarci qui... ma c'è il vangelo di questa Domenica!!!

Quando Dio con la sua Parola viene a noi, ci ridona la nostra identità, il nostro nome, il nostro volto. Questo è bellissimo.

Signore, ti ringraziamo perché nell'ascolto settimanale della Parola e nella frazione del pane, dopo una settimana in cui si siamo sentiti travolti, in cui abbiamo smarrito il cammino dimenticando chi siamo e chi vogliamo essere, tu vieni a noi con immensa fiducia.

La fiducia, con il nome della fede, è protagonista di questa liturgia.

La troviamo nella prima lettura "il giusto vivrà per la sua fede", così come nella seconda "custodisci la fede che è in te"... ed eccola già nella richiesta che i dodici fanno a Gesù nelle prime righe di vangelo!

Per entrare in sintonia con gli apostoli, facciamo nostre le parole del Salmo: "Non indurite il cuore".

No, Signore, desideriamo vivere con un cuore aperto e tenero!

Abbattiamo i cuori duri, chiusi, gretti!

Dunque partiamo dalla prima richiesta: Aumenta in noi la fede!

Immagino che anche tu ti ritrovi in questa richiesta, chi potrebbe dire sinceramente di avere già abbastanza fede? Nessuno, vero?

Eppure potremmo anche un po' prenderci in giro con questa richiesta.

Si, certo, mica ci costa chiedere maggiore fede al buon Dio, no?!

Ma ne siamo proprio convinti? Siamo così sicuri, questa fede, di volerla accresciuta... o non stiamo forse barando? È proprio radicato nel nostro cuore il volere far sì che la nostra fede in Gesù aumenti e, di conseguenza, diminuisca la fede che abbiamo in tanti altri idoli?

Siamo così certi insomma, di voler uscire di casa... per vedere Lazzaro? Perché la fede a questo ci porterà!!!
Dunque?

Una richiesta con il cuore in mano o un bluff?

Vorrei riuscire a pregare con il cuore in mano. Ci provo. Unisciti a me. Adesso.

"Basta poco" mi suggerisce lo Spirito. Basta che la tua fede sia piccola come un granellino di senape.
Così piccolo?
Ahi... forse non ho ho ancora avuto fede allora...

Forse devo convertirmi alla semplicità evangelica! Ognuno di noi, credo, ha in mente delle immagini che sono in grado di spiegargli immediatamente che significhi affidarsi.

Ricordo una bimbetta in campeggio mentre si lanciava come una matta dal letto a castello nelle braccia del papà sottostante... ho pensato alla fede in quel momento. Un salto in mani che però sei sicuro che ti prenderanno.

Mi vedo camminare in montagna, dietro a me alcuni bimbi. Scendiamo da un ripido sentiero ed io mi sento afferrare la mano, senza dire nulla... ho pensato alla fede in quel momento.

Ognuno di noi se guarda alla propria vita ne potrebbe raccontare chissà quante di queste immagini semplici.

Non dovremmo custodire la fiducia dei bambini? Non sarà questa la strada della conversione?

Ciò non significa non farci domande, non interrogare la vita, non avere dei dubbi. No, la fede ha bisogno eccome della nostra intelligenza! I bambini sanno fare domande molto intelligenti (a cominciare dai loro terribili perché!) e tuttavia sanno anche affidarsi in un modo del tutto naturale e straordinario!!

Mi affido a te Signore, come un bimbo in braccio alla sua mamma, al suo papà... aumenta la mia fede, perché essa sia semplicemente piccola come un granellino di senape. Piccola, ma così piccola da avere una grande forza!

Nella mia Diocesi si sono svolti i funerali di padre Andrea Gasparino, un santo di Dio, fondatore del "Movimento Missionario Contemplativo Charles de Foucalud".

Che cosa compiva così tanto in lui, nell'energia con cui parlava, nella radicalità che domandava per sé e per gli altri? Che cosa lo ha portato a raccontare con la propria vita le meraviglie della Provvidenza?

La sua umile e semplice fede. La sua grande preghiera era radicata nella semplicità. Alla fine, questo colpisce di tanti ed autentici uomini di Dio: la semplicità da bimbi con cui si rivolgono a Dio!

E a chi si rivolge a lui con la fiducia di un bambino... Dio lo prende terribilmente sul serio!
... torniamo bambini...

Signore, accresci la nostra fede.

"Almeno con Dio, nel rapporto di preghiera, ogni filtro deve cadere: bisogna aprire il cuore ed essere veri. Quando è così, questo rapporto produce effetti straordinari in noi e nella nostra vita di cristiani."
padre Gasparino

 

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