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TESTO Il mandato missionario

don Romeo Maggioni  

I domenica dopo la Dedicazione (Anno C) (24/10/2010)

Vangelo: Mt 28, 6-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Diceva Newman che il senso religioso nasce dall'esperienza del male nell'uomo e nella sua incapacità di vincerlo. Da qui la sua ricerca nella religione. Ma solo la Rivelazione cristiana - proclamando la mediazione di Cristo - è quella che sa "tamponare e sanare l'unica profonda ferita della natura umana". Ne deriva la sua attualità e utilità finché esiste questa natura umana ferita. Da qui la necessità di un suo annuncio e, prima ancora, di una sua perenne conservazione.

E' impostato così il tema della evangelizzazione, del dovere cioè della Chiesa e di ogni credente a vivere con la testimonianza e l'annuncio il comando di Gesù: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli".

Non è impresa facile, soprattutto oggi in un mondo pluralista e indifferente. Ma non è impresa umana. Al mandato Gesù ha aggiunto una promessa, e quindi una forza superiore: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

1) IL MANDATO

Gesù ha vissuto con passione il mandato ricevuto dal Padre; diceva: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto" (Mc 1,38). E consegnò tale missione ai suoi: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Gv 20,21). E tutta la Chiesa ha corso le vie del mondo "per essere testimone a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra" (At 1,8). Mandato che oggi è insito nel battesimo, per quanti cioè costituiscono "stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa" (1Pt 2,9). Con la coerenza e la testimonianza della vita, così che "risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5,16).

In questo quadro di comune responsabilità si specificano le vocazioni di particolare dedizione missionaria. Tipica è quella di Barnaba e Saulo - "riservati per l'opera alla quale li ho chiamati, e inviati dallo Spirito Santo" -, nella Chiesa di Antiochia, "ad annunciare la parola di Dio". Paolo in particolare si era "fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo" (Epist.), cioè di essere pioniere ad gentes, come oggi si dice, "ministro di Cristo tra le genti". Il compito è "fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quello che vi ho comandato". Annuncio e sacramento, vangelo e impegno di vita nuova. Per questo non è impresa solo umana, magari fiduciosa di propri carismi personali!

La mira è alta, ma non è meno di quanto persegue tutto il progetto di Dio sull'umanità: che "le genti divengano una offerta gradita, santificata dallo Spirito" (Epist.). Dio si è coinvolto con l'Incarnazione nella nostra vicenda umana per portare ogni uomo alla intimità stessa della famiglia di Dio, "predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, .. che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose" (Ef 1,5-10). Quella di Cristo e della Chiesa non è operazione culturale, ma di trasformazione della vita, anzi una sua graduale divinizzazione, per divenire alla fine "eredi.. in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria" (Ef 1,11-14).

2) LA FORZA

Non è impresa facile. Vien da dubitare. Anche gli Undici, davanti al mandato di Cristo così solenne, .. "quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono". Ma la promessa è esplicita: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo". Tutto il libro degli Atti conferma che il progresso del vangelo è opera dello Spirito, a cominciare dal giorno di Pentecoste quando trasformò i paurosi discepoli in apostoli intrepidi e inarrestabili. Paolo lo ha ben costatato: "Non oserei dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all'obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito" (Epist.). L'efficacia della missione sta in una disponibilità totale, di vita, quali "strumenti congiunti di Cristo", per mezzo della docilità allo Spirito.

D'altra parte se Paolo era giunto a dire: "Non vivo più io, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20), ciò era anche frutto di una esperienza e conoscenza di Cristo che ne esaltava la singolarità e unicità di mediazione nel mistero della salvezza umana. Al fondo del cuore di un missionario sta l'intuizione (grazia di Cristo) di avere qualcosa di indispensabile e necessario - di unico e specifico - da comunicare agli uomini. L'annuncio di qualcosa di generico non rende il credente che "sale che perde il sapore; a null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini" (Mt 5,13). Non sempre l'ostilità dei pagani è in odio alla fede, ma spesso è disappunto di non vedere nei credenti il loro essere sale, luce, città posta sul monte, lievito.. come dovrebbero essere!

Il mandato missionario è anche un fatto ecclesiale. Ad Antiochia, "mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito disse: Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati". Gesù aveva richiesto di "pregare il signore della messe che mandi operai nella sua messe" (Mt 9,38). E' lui che chiama; a noi l'esprimerne il bisogno e la preghiera. Ecclesiale anche perché è realtà corale, di tutto il corpo ecclesiale; ne deriva la responsabilità di sostegno nelle retrovia della grande impresa della missione - soprattutto in questo mese missionario in cui tutte le comunità sono richiamate a fare la loro parte. Ecclesiale anche nel senso di mostrare, come comunità locali, la stima, l'accoglienza e il dialogo con quanti - in un mondo sempre più pluralistico - vivono un'altra fede in mezzo a noi e si aspettano questa apertura sul loro modo sincero di andare a Dio.

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Paolo "da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all'Illiria ha portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo" (Epist.). Per noi, più che l'estensione geografica, è una penetrazione nelle varie forme del vivere sociale, a partire naturalmente dalla propria famiglia dove c'è bisogno di piantare la croce antro il cuore dei nostri stessi figli e nipoti. Anche qui, nel contenuto specifico e nella forza dello Spirito. Non sarà che la scristianizzazione del nostro ambiente dipenda proprio dal non essere stati precisi nei contenuti e negli strumenti giusti nell'impegno educativo proprio dei genitori..?!

 

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