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TESTO La casa sulla roccia

don Romeo Maggioni  

Dedicazione del Duomo di Milano (Anno C) (17/10/2010)

Vangelo: Lc 6,43-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,43-48

43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

46Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? 47Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.

L'immagine di una casa ben fondata è quanto mai d'attualità entro l'imperversare di opinioni, che spesso sono menzogna e illusioni. Purtroppo solo quando uno resta scottato, si rende conto dell'imbroglio, e spesso è tardi. Cambiare abitudini è difficile. Più difficile riconoscere d'aver appoggiato la propria sicurezza su sabbie mobili, entro un mondo che non conosce più neanche altre proposte e valori, tanto è secolarizzato e senza fede!

Ecco, la Chiesa di Cristo, casa fondata sulla roccia, che dà sicurezza perché dà verità. In essa e per essa si fanno frutti buoni.

L'anniversario della consacrazione del nostro Duomo (1577 fatta da san Carlo) ogni anno ci invita a pensare alla Chiesa, a cogliere il ruolo che ciascuno ha in essa, in particolare nella Chiesa locale che è la Diocesi.

1) PIETRE VIVE

"La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d'angolo"; è "Cristo, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio" (Lett.). La storia vera la fa Iddio, e non c'è persecuzione o evento umano che faccia fallire l'opera di Cristo: "le potenze degli inferi non prevarranno su di essa" (Mt 16,18). La Chiesa è una casa ben fondata e strutturata, entro la quale ogni battezzato trova legittima dimora: "Dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito" (Ef 2,19-22).

Dall'immagine della casa si passa al tempio, luogo della dimora di Dio tra gli uomini. Con Cristo il definitivo tempio è la sua umanità e il suo Corpo, cioè la Chiesa, "sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). Di essa allora i credenti "sono pietre vive costruite come edificio spirituale per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo" (Lett.). Realtà sacra e santificante è questa Chiesa, "stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere mirabili di lui". Identità di base di tutto il popolo di Dio e per ognuno specifica missione.

E' questo l'ambito di riuscita e salvezza: "Chi in essa crede non resterà deluso; ma per quelli che non credono.. la pietra è diventata sasso d'inciampo, pietra di scandalo. Vi inciampano perché non obbediscono alla Parola". Gesù trasferisce l'immagine della roccia proprio a chi ha costruito seriamente la sua casa: "Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene". L'invito è allora a obbedire alla Parola. Gesù oggi ha un rimprovero: "Perché mi invocate: Signore, Signore! e non fate quello che vi dico?".

2) LA CHIESA LOCALE

Fiorisci là dove Dio ti ha seminato. Cioè nella propria comunità, Diocesi e parrocchia, dove dal giorno del battesimo siamo stati chiamati "dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; un tempo non-popolo, ora popolo di Dio; un tempo esclusi dalla misericordia, ora avete ottenuto misericordia". E' l'opera costante di santificazione che compie la Chiesa a renderci idonei a produrre frutti buoni: "Il Pastore grande delle pecore, il Signore nostro Gesù Cristo, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito" (Epist.). E' la pratica della propria comunità a mantenere e far crescere la fede, più che non le straordinarietà di qualche incontro.. carismatico, o forme soggettive e club intimistici.

E dal ricevere.. al dare. Lì è il luogo di vivere ciascuno i suoi carismi: "L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene". La professione o la testimonianza di fede, chiara e coraggiosa, anzitutto: "Offriamo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome" (Epist.). Poi la carità: "Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni". E anche l'obbedienza ai capi, "perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi". Non dimenticando soprattutto per loro la preghiera, in tempi non facili come i nostri, perché il Signore conceda loro più che altro sincerità e umiltà!

Tempi difficili perché chiamati tutti a una testimonianza missionaria del vangelo più essenziale di fronte ad un mondo che sembra così refrattario. Ma non in più attivismo, né più efficienza delle strutture pastorali. L'arma vincente sempre - tanto richiamata in questo anniversario della canonizzazione di san Carlo quale programma pastorale dell'anno - è la santità, che consiste nel lasciarci trasformare dallo Spirito, nella Parola e nei Sacramenti, e più ancora nella preghiera. Una santità che deve essere fondamento formativo di un laicato convocato a una più coesa testimonianza entro usa società che si disgrega ma che, appunto per questo, ha bisogno di esempi di comunione e di acque fresche di spiritualità.

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Certamente ogni Chiesa locale ha le sue tradizioni e i suoi riti, come ha i suoi santi. Ma La Chiesa locale è anzitutto la Chiesa di Cristo che qui, una santa cattolica e apostolioca, si invera. L'immagine che ne definisce il cuore e l'efficacia è quella usata da Paolo quale Sposa di Cristo (Ef 5). Di essa ha scritto il beato Isacco, abate del monastero dell Stella, cistercense: "Come tutte le cose del Padre sono del Figlio e quelle del Figlio sono del Padre, così lo Sposo ha dato tutte le cose sue alla Sposa, e lo Sposo ha condiviso tutto quello che era della sposa, che pure rese una cosa sola con se stesso e con il Padre. Quello che ha trovato di estraneo nella Sposa l'ha tolto via, configgendolo alla croce, dove ha portato i peccati di lei. Quanto appartiene per natura alla Sposa ed è sua dotazione, lo ha assunto e se ne è rivestito. Invece ciò che gli appartiene in proprio ed è divino l'ha regalato alla Sposa. Egli annullò ciò che era del diavolo, assunse ciò che era dell'uomo, donò ciò che era di Dio".

 

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