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TESTO Il secondo annuncio della Passione

Monaci Benedettini Silvestrini  

Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (25/09/2010)

Vangelo: Lc 9,43-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,43-45

43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.

Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

San Luca pone il secondo annuncio della sua Passione dopo l'episodio centrale della trasfigurazione e della guarigione dell'epilettico. Dopo la gloria del Tàbor, ecco che Gesù ripropone il suo mistero della Croce. È un insegnamento forte e di difficile comprensione da parte dei discepoli. Lo «scandalo della Croce», che ci propone San Paolo si associa alla glorificazione del Figlio dell'uomo che troviamo nel Vangelo di San Giovanni. I discepoli, ancora non possono comprendere questi misteri; si trovano di fronte all'impossibilità di accettare la sofferenza del giusto: in questo passaggio troviamo il cambiamento dall'Antico al Nuovo testamento. Troviamo nella predicazione profetica (Isaia) e nell'esperienza sapienziale (Giobbe) già dei tentativi per affrontare questo aspetto che, invece, ci introduce direttamente nella missione redentrice di Gesù, il vero ed unico Giusto, e ci aiuta a comprendere i misteri del Padre nelle strade tortuose di questo mondo; ciò però non è sufficiente per i discepoli che rifiutano ancora apertamente la passione di Cristo. Vi è un profondo motivo religioso in ciò proprio per l'inconciliabilità, nella loro mentalità, della figura del Messia con la passione appena annunciata. Nella missione della Chiesa, e nella nostra vita quotidiana vi è l'esortazione a riconoscere il vero Gesù, il Cristo mandato dal Padre, nel Mistero della sua morte e Risurrezione, per affidare a Lui le nostre sofferenze ed i nostri dolori che ci dice: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime».

 

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