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TESTO Astuzia per il Regno

don Roberto Seregni  

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (19/09/2010)

Vangelo: Lc 16,1-13 (forma breve: Lc 16,10-13) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,1-13

In quel tempo, 1Gesù diceva ai suoi discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. 3L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. 5Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. 6Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. 7Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. 8Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. 9Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

10Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Forma breve (Lc 16, 10-13):

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli: 10«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. 11Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Il sole tagliente di settembre si apre un varco sottile tra i grandi finestroni dell'oratorio. Cerco di rimettere un po' d'ordine tra le aule del catechismo. Sposto e risistemo sedie e tavoli scompigliate dalle attività estive e dai vari gruppi di oratorio cittadini che mi hanno chiesto ospitalità durante i mesi scorsi.

Tra poche settimane ricominceremo tutte le attività pastorali e mi ripeto che non devo farmi risucchiare da inutili preoccupazioni. Ormai mi conosco, lo so, rischio di correre di qua e di la e di combinare un bel niente...

Cerco di fare quello che devo, il resto lo lascio alla fantasia di Dio.

Le aule sono a posto. C'è una tapparella rotta e un paio di sedie da sostituire. Il corridoio sembra un sentiero nel Sahara, ma sono sicuro che dopo il passaggio delle nostre fantastiche volontarie, dovrò inforcare gli occhiali da sole per sostenerne la brillantezza...

Tra tutti questi piccoli lavoretti, continua a girarmi per la testa la parabola dell'amministratore astuto.

Ovvio: Gesù non ci propone questo amministratore come modello di disonestà, ma come esempio di astuzia. Al centro sta l'amara costatazione del Rabbì: "i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce" (v.8). Il discepolo dovrebbe avere la stessa prontezza, astuzia e passione dell'amministratore per assicurarsi e per annunciare il Regno di Dio.

Ci pensavo proprio l'altra sera. Un amico mi ha chiamato al telefono e dopo un po' di convenevoli, si arriva al dunque: finalmente ha trovato la ragazza giusta e tutto l'universo ruota intorno al suo sorriso... Una carrellata di episodi, fatti e descrizioni riempiono la nostra conversazione. Mi immagino il suo volto trasfigurato, la gioia che evapora dagl'occhi e, mentre lui continua a raccontare, mi dico che se le nostre comunità avessero anche solo la metà di quell'entusiasmo e di quella passione nell'annunciare Gesù e il suo Regno, forse le cose sarebbero un po' diverse...

E' vero, forse ci manca passione. Molte delle nostre comunità sono sedute, ripetitive, nostalgiche, stancanti, incapaci di novità, di dialogo, di ascolto e di accoglienza.

Davvero ci vorrebbe l'astuzia e la prontezza dell' amministratore della parabola messa a servizio del Vangelo. Davvero ci vorrebbe quella passione.

All'inizio di questo nuovo anno pastorale, proviamoci! Lasciamo che l'audacia del dialogo e il coraggio della novità, portino su nuove rotte i nostri percorsi comunitari. Nuove esperienze di carità e di ascolto fraterno, facciano esplodere le nostre chiusure e le nostre paure. Convertiamo le nostre riunioni in veri incontri, dove per davvero ci si possa incontrare, conoscere e condividere.

Coraggio, cari amici! Lasciamo che lo Spirito ci aiuti ad essere testimoni appassionati e credibili del Risorto. Il mondo ne ha bisogno più di quanto creda, e forse più di quanto noi osiamo immaginare.

Tra poche settimane uscirà un mio piccolo libretto: "Vangeli in jeans" per l'editrice Ancora. Se digiti il titolo su YouTube trovi la mia presentazione.


Buona settimana
don Roberto
robertoseregni@libero.it

 

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