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TESTO Croce: trono divino

Wilma Chasseur  

Esaltazione della Santa Croce (14/09/2008)

Vangelo: Gv 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,13-17

13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Quest'anno la ventiquattresima domenica del tempo ordinario coincide con la festa dell'esaltazione della Santa Croce perché cade il 14 settembre. Storicamente, questa festa è nata con il ritrovamento della Croce di Gesù a Gerusalemme e la costruzione, sul luogo della Passione, della Basilica, fatta da Costantino.

Celebriamo dunque l'esaltazione della santa Croce, strumento di tortura che non aveva nulla di esaltante, anzi era il supplizio più ignominioso ed umiliante riservato agli schiavi e ai delinquenti: essere condannati alla morte di croce era la più grande vergogna che non veniva inflitta neppure ai cittadini romani: era una vera e propria maledizione ("Maledetto chi pende dalla croce" dice l' Antico Testamento).

Ma da quando il Figlio di Dio vi è salito sopra, è diventato lo strumento più prezioso e più determinante per la storia dell'umanità, unico baluardo indistruttibile di salvezza universale per ogni uomo e ogni donna che recupera così la dignità perduta nel giardino dell'Eden. E ritrova il suo straordinario destino di gloria e figliolanza divina.

Quindi se c'è uno strumento che va esaltato al massimo è proprio la santa Croce. Anche se, la cosa che non piace nel cristianesimo, è proprio la croce. Ed è pure un ostacolo alla fede da parte di appartenenti ad altre religioni. I musulmani per esempio, dicono che non è possibile che Dio abbia abbandonato il proprio figlio ad una morte così infame. Scandalo della croce: "follia per i giudei, stoltezza per i pagani". Oggi come ieri.

Ma se vogliamo essere veri cristiani - dice il cardinal Biffi- non possiamo scegliere: prendo ciò che mi piace e rifiuto ciò che non mi piace: questo sì, quello no! Devo scegliere tutto.

E' chiaro che la croce non piace a nessuno e neanche a Gesù Cristo ("Padre, se possibile allontana da me questo calice"), ma è l'argomento più convincente anche per i non cristiani, per provare che Colui che moriva in croce era Figlio di Dio. Quale figlio di uomo avrebbe perdonato i suoi aguzzini in pieno supplizio, e quale supplizio! Quale figlio d'uomo, avendone i poteri, non sarebbe sceso da quel patibolo infame, come l'invitavano a fare? Ma il Figlio di Dio ha consumato l'intero sacrificio, non perché la morte l'avesse vinto, ma per dimostrare che avrebbe trionfato anche della morte, uscendo vivo dal sepolcro, dopo che era già morto!

Ecco l'argomento più convincente: ogni uomo è condannato a morte, anche il più ricco e il più potente alla fine muore, ma chi la morte l'ha vinta, allora il Signore è lui, non possono più esserci dubbi. E' lui e solo Lui! Ed è il Signore della vita, il vivente che è vivo oggi, adesso, in questo momento, mentre io scrivo e mentre voi leggete! E cammina con noi e porta anche le nostre croci.

Finché un uomo muore e poi non risorge, è sicuro che è solo un uomo, ma quando un uomo muore e poi risorge, è altrettanto sicuro che non è più solo un uomo, ma è Dio! E Dio in persona!

Ecco dunque perché la Croce va esaltata, anzi è l'unico strumento che merita esaltazione, perché solo la Croce è strumento di salvezza. E va adorata con infinita riconoscenza e amore per Gesù Crocefisso.

E per finire volete un modesto parere? Se la vostra croce vi pesa e ne fareste così volentieri a meno, provate ad abbracciarla, vedrete che tutto cambia. Infatti se la croce la subiamo o la trasciniamo, essa finirà per schiacciarci, ma se la abbracciamo sarà essa che ci porta.

 

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