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don Luciano Sanvito

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S. Bartolomeo apostolo (24/08/2010)

Vangelo: Gv 1,45-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,45-51

45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

La tradizione ci riporta il martirio di Bartolomeo, scuoiato vivo, e la sua pelle viene dipinta da Michelamgelo nella Cappella Sistina...

In positivo, Bartolomeo/Natanaele nel Vangelo subisce la prova in versione di grazia: Gesù lo scruta e lo trapassa oltre la superficie, entra con la sua intimità oltre la sua pelle, lo "inter-pella", dentro.

La meraviglia di Bartolomeo, di fronte a Gesù che lo scruta e lo conosce "oltre" la pelle, al di là dell'apparenza, fino a scendere nella sua intimità, è il passo che conduce l'apostolo a rispondere a quella chiamata interpellante, seguendo Gesù.

Dalle superficialità del nostro fare religioso, ci dice questo santo, possiamo passare all'essere in comunione intima con Cristo, entrando nel mistero della meraviglia di Lui che ci conosce e che varca il confine della nostra pelle, arrivando al cuore.

E questa è anche la scommessa della Chiesa, in questo mondo che è superficiale, che non va mai oltre, che non entra mai dentro le realtà, che si accontenta delle apparenze, ad andare al cuore delle situazioni, delle persone, dell'umanità.

Interpellato: oltre la pelle, sotto le apparenze, entrare e condividere l'imtimità del cuore del mondo: questo è lo stile di Dio.

Il Dio delle nostre funzioni "sacre" è Colui che lasciamo entrare nei nostri cuori, o resta a fior di pelle, a causa della nostra incredulità?

 

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