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TESTO La porta stretta

don Roberto Seregni  

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XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (22/08/2010)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

La domanda posta al Rabbì di Nazareth riguarda una tra le tematica più discusse nel dibattito teologico del tempo. L'interrogativo era più o meno in questi termini: per chi Dio ha riservato un futuro di salvezza? Per tutto Israele? Solo per i giusti?

L'anonimo interlocutore che il Vangelo ci fa incontrare oggi, vuole sapere cosa ne pensa Gesù.

Inutile dire che, come spesso capita, il poveretto non ebbe di certo la riposta che si aspettava. Gesù non si lascia imbrigliare nelle miopi discussioni teologiche del tempo, non sopporta le gabbie dei partiti o dei gruppi.

Il Rabbì vuole aiutare il suo interlocutore, e ciascuno di noi, a smettere di ragionare in termini di quantità. La salvezza non è calcolabile come un teorema o verificabile come un compito di ragioneria. Essa è un mistero custodito gelosamente dal cuore di Dio.

Gesù vuole portarci a scoprire che il cammino della salvezza è come una porta stretta che rimane aperta per poco tempo. C'è un cammino da percorrere, un cammino faticoso (...e su questo Gesù è limpidamente onesto!), che chiama a raccolta tutto il meglio che è custodito in ciascun discepolo, che richiede il coinvolgimento di tutta la propria persona.

Mi piace l'immagine della porta, perché davvero la fede è un passaggio, è lasciarsi alla spalle qualcosa per entrare in una nuova dimensione. C'è qualcosa da abbandonare e qualcosa da scoprire. Tutta la vita cristiana è una continua chiamata alla conversione, alla scelta del Vangelo e della costruzione del Regno.

Mi colpisce profondamente anche l'immagine della porta che si chiude. E' un richiamo forte all'attenzione, al sapere cogliere il momento giusto senza continuare a rimandare. Trovo molte persone che rinviano sempre, che aspettano un angelo del cielo o una telefonata del papa. Rinviare è un modo comodo per non affrontare mai i problemi, per non fare luce sulle nostre ombre, per lasciare che le situazioni si incancreniscano. Tutta la nostra storia è l'occasione che lo Spirito ci offre per varcare la porta della vita cristiana.

Animo, fratelli! Raccogliamo tutte le nostre forze, mettiamoci seriamente in ascolto della Parola e varchiamo la soglia. Proviamoci, insieme!

Buon cammino
don Roberto

 

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