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TESTO Correzione e conversione

don Romeo Maggioni  

XII domenica dopo Pentecoste (Anno C) (15/08/2010)

Vangelo: Mt 23,37–24,2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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37Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 38Ecco, la vostra casa è lasciata a voi deserta! 39Vi dico infatti che non mi vedrete più, fino a quando non direte:

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

1Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta».

Chi semina vento, raccoglie tempesta. Il male che si commette determina molto il nostro cammino umano e sicuramente il destino eterno. Ogni atto personale ha ripercussioni - in bene e in male - anche sulla realtà sociale nella quale siamo inseriti.

Tragedie come le due distruzioni di Gerusalemme, come sono evocate oggi dalla Parola di Dio, richiamano questa responsabilità morale, frutto, alla fine, di un rifiuto del riferimento a Dio e alla sua legge. A furia di usare male la macchina, infischiandocene del libretto di istruzione, ci si trova in mano un rottame, quando non le ossa rotte!

Il secolo "breve" - il XX - pieno di barbarie pagane e ideologie atee, ha generato i mostri dei genocidi, delle due guerre mondiali e di milioni di morti e distruzioni. Tale è l'analisi che ne ha fatto il Papa nella "Centesimus annus". Ed è ridicolo incolpare Dio quando di Dio l'uomo se ne infischia.

La responsabilità - e la colpevolezza - di ognuno è nelle mani di Dio. Oggi siamo chiamati a prendere coscienza anche della responsabilità - di bene e di male - collettiva.

1) CASTIGO

E' parola non più d'uso. Diciamo meglio: correzione. La teologia biblica (cf. Gdc 2) afferma che ogni prova che Dio permette è pedagogica, un richiamo e una correzione. Nel deserto, in particolare, Dio aveva educato il suo popolo a sperimentare la propria insufficienza per invitarlo a ricorrere a Lui. Mancava acqua, mancava cibo, era aggredito da nemici: Mosè "invocava il Signore ed egli rispondeva" Sal 99,6). "Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi" (Dt 8,2). Ma quando il popolo mormorava e si ribellava, allora erano tragedie; più propriamente castighi, come quando Dio decise che il popolo uscito dall'Egitto non sarebbe entrato nella Terra Promessa. "Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te" (Dt 8,5).

In questa logica si colloca anche tutto il male che Dio permette (e soffre) a seguito del rispetto che ha della libertà dell'uomo. "Ecco, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Perciò io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascina re a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga" (Dt 30,15-18). Come per vasi comunicanti, il bene come il male determina il livello comune. Nelle conseguenze di atti pubblici sbagliati, nei cattivi esempi e, oggi, attraverso quella manipolazione mediatica che è il moltiplicatore terribile degli scandali e della rovina di tante coscienze.

In questo quadro va con forza affermato il giudizio e quindi la condanna di Dio su ogni male compiuto. "Tu, con il tuo cuore duro e ostinato, accumuli collera su di te per il giudizio dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere" (Epist.). La profonda aspirazione dell'uomo ad una giustizia - qui mai saziata - è verità sicura, in forme diverse ribadita da Gesù, quando parla "del giorno della mietitura, quando il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente" (Mt 13,30.41). Se a volte la pazienza di Dio ci fa gridare ad una sua latitanza, pure "noi sappiamo che il giudizio di Dio contro quelli che commettono tali cose è secondo verità" (Epist.).

2) CONVERSIONE

Un giorno Gesù pianse sulla sua città, perché "verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra". E ne indicò il motivo: "perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata" (Lc 19,43-44). Perché non hai riconosciuto il Messia, come del resto già hai "ucciso i profeti e lapidato quelli che sono stati inviati a te". Del tempio "non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta". Dal 70 d.C. il grande tempio, appena ristrutturato da Erode, rimase un mucchio di rovine. Mai furono toccate. I cristiani - nei secoli che loro dominavano a Gerusalemme - le lasciarono interpretandole come giudizio di Dio sulla infedeltà dei Giudei.

"Se avessi compreso, anche tu, quello che porta alla pace" (Lc 19,42). "Quante volte - si lamenta sconsolato Gesù - ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto". Questa di Gesù è una eco di tanti lamenti e richiami rimasti inefficaci di cui è seminata la Bibbia: "Se il mio popolo mi ascoltasse! Se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherai i suoi nemici" (Sal 81,14). Tutta l'opera di Gesù è stato l'ultimo richiamo, espressione di una volontà salvifica che si è tradotta in un perdono costato a Dio il sacrificio stesso di suo Figlio: "Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo" (Gv 12,47).

La parabola della zizzania suggerisce che la giustizia di Dio si scadenza oggi al ritmo della misericordia. Non bisogna dubitare di quella, né tanto meno approfittare di questa. "Pensi forse di sfuggire al giudizio di Dio? O disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?" (Epist.). Con le buone.., o con le cattive, Dio è un Padre che cerca la salvezza di tutti; è il buon pastore che va in cerca della pecora perduta "perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi" (2Pt 3,9). Spesso è la pena del danno (cf. il figlio prodigo) a far rinsavire; ma sempre più efficace alla autentica conversione è la scoperta dell'amore gratuito, fedele e misericordioso di Dio, come dimostra la storia di tanti convertiti.

******

La tragedia della Shoah ha fatto di nuovo porre la domanda: "Dov'era Dio nei giorni di Auschwitz?". E' la domanda di ognuno nel tempo della prova, quando la pelle brucia. Santa Teresina - che di prova ne ha avuta molta - ha saputo scrivere: "Credo che il sole risplenda lo stesso anche sopra un cielo di nubi pesanti". Ed è quanto ci resta da dire nell'alternativa della disperazione e dell'assurdo.

 

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