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TESTO Amore umano e amore divino

don Luciano Sanvito

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Vangelo: Mc 12,38-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,38-44

38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

UNIFORMARE L'AMORE UMANO E QUELLO DIVINO E' UN PECCATO

Perché i due sono distinti e separati da un modo di ragionare non solo diverso, ma contrapposto.
L'amore divino è libero e onnipotente, in ogni caso.

Quello umano è soggetto al limite e alla relatività dei soggetti amanti.

Interpellare Gesù ponendo in atto una questione di amore umano, pensando di uniformarla al procedere dell'amore divino, annulla la questione stessa e vanifica sia l'amore divino che quello umano in noi.

Con Dio si ragiona al suo pari, oppure tutto viene svalutato.

C'è poco da fare: con Lui si intrattiene la questione a suo livello.

Dio non si abbassa alle nostre relatività: Lui vi entra, le vivifica, le trasforma e le sublima, ma non possiamo ridurlo in esse: sarebbe la morte di Dio stesso, e la nostra stessa morte.

"DIO NON E' DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI"!

Ogni ragionamento o processo che parte e resta nella relatività della morte evade da Dio e non lo riguarda più, in nessun caso: Lui parla con l'esperienza della vita, non entra nelle questioni astratte e non attinenti al vivere: queste vanno solo al finito e al finire di esse: nella loro morte.

L'amore umano chiede necessariamente l'intervento illuminante di Dio per poter accedere all'umanità, altrimenti tutto l'amore umano è morte.

 

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