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TESTO Dall'incoscienza alla coscienza

don Luciano Sanvito

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Vangelo: Lc 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,11-19

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Siamo ogni giorno nel miracolo della vita.
Anche oggi, mentre sto leggendo, sono qui, sono nella vita!

E' la coscienza che dobbiamo alimentare, nell'essere grati anche oggi.

Spesso invece, di fronte alla vita e ai suoi miracoli, diamo per scontato.

Siamo salvati ogni giorno, ma non lo consideriamo più, questo evento.

Il Vangelo ci invita - come sempre - a fare "pasqua": passare dallo stato di incoscienza delle cose e di noi stessi, alla coscienza del nostro vivere.

"ANDATE A PRESENTARVI AI SACERDOTI..."...già, ma a quali?

Il segno che ci permette e ci provoca alla pasqua verso la coscienza della vita è dato dalla presenza di un "altro" fuori da noi che ci rappresenta, e sopratutto ci ripresenta nell'oggi il Mistero della vita.

Questo salutare confronto ci fa uscire dall'ego e ci sbatte in faccia la realtà, nel bene e nel male, per farci crescere nell'arte e nell'avventura del vivere quotidiano.

Che sfacciato! Diciamo subito noi a colui che ci provoca a questo passo.

Per noi è più facile coccolarci nella nostra incoscienza e goderne, piuttosto che crescere nella fatica e nel valore dell'essere coscienti di noi, dell'altro e dell'Altro.

Salvati nell'incoscienza equivale spesso a essere morti nel vivere.

Solo la coscienza di essere salvato mi fa sentire e gustare ciò che sono.

 

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