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TESTO Signore, da chi andremo?

don Romeo Maggioni  

VII domenica dopo Pentecoste (Anno C) (11/07/2010)

Vangelo: Gv 6,59-69 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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59Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. 60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

"Da chi andremo?". Dentro la disperazione di una prova terribile, di una malattia irreversibile, della perdita di una persona cara, di una delusione bruciante che spegne ogni speranza..., dove andare a parare il colpo, a trovare consolazione, a intravedere una via d'uscita, a sospettare almeno un perché?

Ma c'è un perché? Una ragione, una giustizia, una verità, appunto una speranza.. c'è qualche posto dove trovarla in un mondo di opinioni soggettive, cioè di interessi, di emozioni, di "pensiero debole", cioè di assurdità e rassegnazione?

Ecco: "Signore, da chi andremo?". La mia fede - almeno lei - è un rifugio? Una speranza affidabile? Su dove è fondata, poi?

1) NOI SERVIREMO IL SIGNORE

Dopo un anno dall'uscita dall'Egitto, Giosuè fa rinnovare l'Alleanza ad Israele: "Sceglietevi oggi chi servire: se gli dei che i vostri padri hanno servito oppure gli dei degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore" (Lett.). Scelta che ogni giorno si si impone anche a noi: credere alle chiacchiere televisive e alla visione pagana del mondo, oppure decidersi per una fede personale, articolata e convinta nel Dio di Gesù Cristo, unica seria alternativa anche alla più vaga e soggettiva religiosità oggi tornata di moda? Naturalmente una scelta che vuole coerenza: "Eliminate allora gli dei degli stranieri, e rivolgete il vostro cuore al Signore, Dio di Israele". Egli "è un Dio santo, è un Dio geloso. Se abbandonerete il Signore, egli vi si volterà contro".

Gesù ai suoi discepoli chiese la stessa scelta: "Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza" (Mt 6,24). E' questione di riuscita o fallimento, come di chi costruisce sulla roccia o sulla sabbia (cf. Mt 7,24-27). E' questione di vita o di morte: "Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà" (Mt 10,39). Non è un optional per anime pie il riferimento a Dio, ma è qualcosa che decide concretamente la vita di oggi e di domani!

Ma dove si basa questa fiducia che si deve avere in Dio? La vita di ogni giorno ha pochi riscontri di un Dio proclamato buono e provvidente. Anzi. Qui Israele fonda la sua fede nella memoria dei grandi gesti di Dio in favore del suo popolo: "Il Signore, nostro Dio, ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati" (Lett.). E' la memoria dei fatti che sostiene l'amore.. quando a volte si appanna. Sant'Agostino diceva: Uno ama quando si sente amato. Per questo io amo Dio, perché lui per primo ha amato me!

2) TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA

Tutta la forza di Paolo era questa: "Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede dl Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me" (Gal 2,20). Questa è la scelta esplicita di Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio". Un fede fondata poi sulla certezza della risurrezione di Cristo: "Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato" (At 4,20), "noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti" (At 10,41). Vero è che - ricordava Abramo al ricco a riguardo dei fratelli senza fede - "se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti" (Lc 16,31). Pietro aveva avuto una lunga frequentazione di Gesù. Probabilmente si richiede anche una apertura del cuore per capire e accogliere il mistero di Dio!

Tutti avevano visto il miracolo della moltiplicazione dei pani e ascoltato la spiegazione di Gesù alla sinagoga di Cafarnao; ma "molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". E lo lasciarono: "Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui". Il Signore richiede di seguirlo anche nelle sue verità difficili, nelle esigenze che ci sembrano così lontane dai nostri gusti; la fede esemplare è quella di Abramo, che "credette contro ogni speranza" (Rm 4,18), o quella di Maria cui l'angelo disse: "Nulla è impossibile a Dio!" (Lc 1,37). Alla fine la fede veramente è un arrendersi fiducioso al disegno di Dio, una obbedienza totale come quella di Gesù al Getsemani: "Non sia fatta la mia ma la tua volontà" (Lc 22,42).

"E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla". Cioè solo l'aiuto dello Spirito può farci capire e accettare questa obbedienza, non la nostra capacità o ragione umana. Gesù è esplicito: "Nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre". La fede è un dono, e va richiesto nella preghiera. E' miracolo divino, e se ne deve rendere grazie a Lui: "Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi". Paolo rimane stupito della fede sbocciata dai suoi cristiani di Tessalonica e ne riconosce l'iniziativa e l'opera dello Spirito: "Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo" (Epist.).

******

"Volete andarvene anche voi?". Gesù è bruciante, non fa complimenti, non corre dietro a nessuno, non ha paura degli abbandoni; non gli interessa il numero, non transige sulla qualità. Forse è una parola che meritiamo anche noi, abituati al quietismo della nostra abitudine religiosa, fatta di compromessi e buona omologazione al mondo..! "Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti" (Mt 21,43), aveva dichiarato Gesù alla fine della parabola dei vignaiuoli omicidi. E ancora: "Molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori" (Mt 8,11). Come a dire: Via voi,... ce ne sono centomila!

 

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