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TESTO La porta stretta

don Romeo Maggioni  

V domenica dopo Pentecoste (Anno C) (27/06/2010)

Vangelo: Lc 13,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,23-29

23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.

Abramo è l'amico di Dio: la sua fiducia totale è modello della fede che veramente salva e che ci fa ancor oggi amici e figli di Dio.

E' facile anche oggi scambiare per vera religione l'insieme di impegni e di lavoro ecclesiale, a scapito di un rapporto personale di fiducia e di abbandono a Dio. La fede giusta è obbedienza e resa al disegno di Dio. Questa è la porta stretta che mena alla salvezza.

Per essa quindi passa chi con sincerità si affida ad una salvezza come dono gratuito di Dio - oggi ottenutoci da Cristo - più che ad opere che rivelano spesso un proprio merito e quindi qualche forma di pretesa.

"Non so di dove siete..: allontanatevi da me": è parola che spaventa! C'è bisogno di una costante revisione della propria fede contro ogni pretesa di soggettivismo o autodidattismo.

1) LA FEDE DI ABRAMO

L'esemplare è lui. "Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto gli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento" (Epist.). Per 25 anni Abramo aspettò l'adempimento della promessa di avere un figlio; e per di più lui vecchio e la moglie sterile. "C'è forse qualche cosa di impossibile per Dio" (Gen 18,14), gli aveva detto l'inviato di Dio. "Ecco perché gli fu accreditato come giustizia". Lo stesso impossibile credette Maria di fronte all'angelo che gli annunciava una maternità verginale (cf. Lc 1,37). Questa è la fede voluta da Dio: "Eredi si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia"; cioè sia un dono gratuito.

Se solo questa è la condizione - non la razza, l'appartenenza, o opere nostre -, la fede è possibile a tutti: Abramo "credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli". E' la fede richiesta anche a noi: "E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve esser accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore". Credere a Gesù risorto - o anche credere alla nostra stessa risurrezione - è quel medesimo impossibile, o quel credere contro ogni speranza umana che dice la purezza assoluta della fede gradita a Dio. Pietro lo dichiara davanti alla prima conversione di un pagano: "Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga" (At 10,34-35). Lo sguardo universale di Gesù dilata la possibilità di salvezza a tutti gli uomini: "Verranno da oriente e da occidente, da settentrione a mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio".

Ha un senso universalistico anche l'intercessione di Abramo per quelli di Sodoma e Gomorra. Dice la convinzione che Dio è sempre pronto al perdono se trova chi si converte. Ma forse più profondamente allude a ciò che in realtà è avvenuto nella vicenda della salvezza dell'umanità intera: se non si sono trovati dieci giusti capaci di sbloccare l'azione salvifica di Dio, "nella pienezza del tempo" (Gal 4,4) s'è trovato uno, uno solo per tutti, che ha "portato i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siamo stati guariti" (1Pt 2,24).

2) LA PORTA STRETTA

La porta è Gesù: "Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato" (Gv 10,9). "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6). "In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati" (At 4,12). La fede in lui salva. L'accogliere la sua parola salva. Mangiare di lui, salva. Rimanere nel suo amore, salva. Ricevere il suo Spirito, come tralcio dalla vite, salva. "Uno solo è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Tm 2,5). Lui è "la via, la verità e la vita" (Gv 14,6).

Ma la sua è una via e una porta stretta: "Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Mt 7,14). Chi vi può entrare? Appunto: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". E' difficile certamente per chi si appoggia sulle sue risorse umane, materiali e spirituali: "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio" (Mt 19,24). Chi crede di salvarsi con una propria giustizia.. finisce male come il fariseo, "perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato" (Lc 18,14). E' difficile anche credere che la salvezza è dono, anzi perdono, ben oltre ogni nostro merito (cf. Mt 20,1ss.). "Tutti sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù" (Rm 3,24).

Porta stretta perché le esigenze della sequela non è roba spontanea: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segue" (Lc 9,23). La croce è il problema. Per Gesù la croce fu un atto di eroismo "cieco" quando disse: "Non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42). In qualche forma, ciò sarà esigito anche da ognuno di noi. Di fronte al dolore, di fronte a una disgrazia imprevista, di fronte alla morte.. non c'è altra ragione che tenga, se non una resa totale pieno di fiducia a quel Dio.. che sa lui cosa sia il meglio per noi! E prima di questo - almeno nella storia dei mistici - la porta stretta diviene una terribile purificazione, che solo un amore totale e la forza dello Spirito può sostenere! Abramo .. insegna (cf. Gen 22).

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"Quando il padrone di casa chiuderà la porta..". Significa che v'è un giorno in cui sarà tardi per decidere di entrare nel regno di Dio. E' meglio approfittarne ora. "Non so di dove siete": c'è anche il pericolo di.. aver sbagliato porta, di essere entrati in una "salvezza" che non era quella giusta. In una chiesa (o club religioso) che non era quello del "padrone", cioè dell'unico Signore Gesù Cristo. Capita.. in tempi di estremo soggettivismo religioso.

 

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