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TESTO Procuratevi il cibo che non perisce

don Roberto Rossi  

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (03/08/2003)

Vangelo: Gv 6,24-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,24-35

24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Abbiamo letto oggi l'inizio del lungo discorso rivolto da Gesù alla folla che voleva farlo re, dopo l'episodio della moltiplicazione dei pani. La reazione della gente è comprensibile, di fronte a uno che distribuisce gratuitamente da mangiare a tutti! Ma Gesù si sottrae al loro equivoco entusiasmo e in seguito prende parola per mettere in chiaro le cose.

"Voi mi cercate, ma non avete capito che cosa suggeriva a proposito della mia persona il segno del pane moltiplicato", rimprovera loro prima di tutto. Quindi prosegue, facendo riferimento a una delle preoccupazioni fondamentali della religione giudaica: "L'opera che dovete fare, non consiste nel rincorrere un cibo che perisce, ma nel riconoscere nel segno che ho compiuto l'intervento del Padre che mi indica come suo inviato. Credere in me, ecco ciò che dovete fare!" Credere in Lui? La folla è stupefatta: ha saziato la loro fame, è vero, ma come può pretendere di saziare anche il loro cuore, di colmare la loro vita? Tanto più che il pane moltiplicato non era che comune pane d'orzo: non era la manna venuta dal cielo, che Mosè aveva ottenuto da Dio nel deserto dell'esodo...

"Io sono il pane della vita": ecco finalmente la grande affermazione, la rivendicazione suprema, la verità che Gesù voleva rivelare alla folla attraverso il segno della moltiplicazione dei pani. Mentre nell'antico testamento la Sapienza diceva: "Quanti si nutrono di me avranno ancora fame", Gesù ora può affermare: "Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete". Se dunque avete fame di qualcosa di diverso dal pane, se avete dentro di voi una sete inesprimibile, non limitatevi ad aspettare da Gesù un cibo che perisce. La chiave del nostro futuro è Lui, lui solo!. E' Lui che dobbiamo cercare, non i pani del miracolo.

 

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