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TESTO La pienezza, misura di Dio

don Maurizio Prandi

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (23/05/2010)

Vangelo: Gv 14,15-16.23b-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

In questo mese di maggio, particolarmente dedicato a Maria, ogni volta che preghiamo i misteri della gloria, ci soffermiamo sul terzo e sottolineiamo proprio la discesa dello Spirito Santo... anche ai membri delle comunità piace la certezza che del mondo di Dio fa parte questo verbo: discendere. Domenica scorsa festeggiando l'Ascensione e durante tutta questa settimana (la settimana del cenacolo) abbiamo ascoltato brani di vangelo che parlavano di una assenza di Gesù e di una sua presenza nuova, differente: lo Spirito Santo... Mi colpisce tanto questo... e mi piace un sacco! Dio si ferma per sempre scendendo... Dio scrive la storia scendendo... Dio scrive la parola eternità scendendo... quanto è diverso Dio dagli uomini. Noi pensiamo di fare storia, di scrivere i nostri nomi nella storia salendo, acquistando visibilità, importanza, potere, popolarità... poveretti. Questa settimana due incontri fatti mi hanno radicato in questa convinzione: è scendendo che Dio si ferma nella vita degli uomini... due incontri, due persone che dal basso hanno accolto lo Spirito e lo hanno restituito sotto forma di intuizioni preziosissime almeno per me... non nascondo che mi hanno fatto pensare molto.

La prima persona è una donna povera... la chiamano Mandito, vive ad Jiqui, un batey nei campi di canna da zucchero. "Vive" intrecciando foglie di palma con le quali poi si fanno sombreri; venticinque metri di questo intreccio sono pagati 4,5 pesos cubani, circa trenta centesimi di euro. Una simpatia fuori dal comune, ti parla guardando la finestra o una parete della casa e sempre racconta qualcosa della sua vita. La casa è qualcosa, per noi, di inimmaginabile ma in compenso ha un giardino bellissimo, con piante e fiori stupendi. Giovedì scorso ci ha raccontato di un gruppo di Italiani che erano capitati lì per caso e questi, saputo della sua abilità con le piante desideravano comprarle dei fiori (dei quali per altro è gelosissima). Lei ha risposto dicendo: A casa mia venite quando volete, ma i fiori no, quelli non li vendo, perché la bellezza né si vende né si compra... i fiori ve li regalo... mi sembra una intuizione meravigliosa... vendendo anche pochi fiori avrebbe potuto evitare di intrecciare qualche centinaio di metri di palma e ha preferito rinunciare.

La seconda persona è un bambino che vive in Italia e la cui mamma mi ha inviato una mail preoccupata se potevo aiutare il figlio a scrivere una intenzione per il battesimo di una bambina... ho pensato che forse era meglio dare una indicazione al bimbo per vedere cosa scriveva e l'indicazione era: il battesimo è come un tuffo, non nell'acqua, ma nell'amore di Dio... ecco l'intuizione, bellissima di questo bimbo: Io credo che per una bimba appena nata, la cosa più bella sia tuffarsi nell'amore di Dio. Proprio l'acqua del Battesimo serve per entrare ancora meglio nell'amore di Dio. Ancora meglio perché l'amore di Dio è tanto grande che accoglie tutti, anche quelli che hanno paura di tuffarsi. Io mi sono tuffato 6 anni fa e sono molto felice!!! Tuffati, Giorgia, non avere paura, perché c'è Qualcuno con te e non ti lascerà mai!

Le prime letture (quella della vigila e quella del giorno) di questa solennità ci hanno raccontato di due comunità diverse, unite da desideri diversi: quella di cui ci ha parlato il libro della Genesi unita dalla superbia per costruire una torre che possa arrivare fino a Dio, quella di cui ci parlano gli Atti degli apostoli unita dall'obbedienza alla parola di Gesù che una settimana fa ha detto loro: Aspettate in Gerusalemme, lì riceverete il dono che vi costituirà miei testimoni. Certamente l'essere uniti, l'essere in comunione è importante, ma decisivo è il che cosa raduna le persone, decisivo è il desiderio e se il desiderio è salire in alto per conquistare, per dimostrare la propria forza, per comandare, ad una unità superba, la parola di Dio ci dice che è preferibile la differenza umile. Ed ecco il confondere le lingue degli uomini nel libro della Genesi ed ecco il dono di comunicare nella differenza negli Atti degli apostoli. Lo Spirito Santo scende perché trova una comunità che nonostante le sue debolezze e fragilità non guarda a se stessa ma è disposta, nelle persone che la compongono, a testimoniare, a dare la vita per Gesù e per il vangelo. Che bella la immagine di questa comunità... don Marino diceva oggi: ci insegna che i doni che riceviamo sono tanto più grandi quanto grandi sono il desiderio e la speranza che ci abitano. Se non abbiamo desideri non possiamo ricevere niente di grande, di meraviglioso.

La festa di Pentecoste è una festa antica, nel senso che precede la cristianità... mi piace anche l'evoluzione di questa festa nel tempo: da festa della mietitura e della offerta a Dio delle primizie a festa del rinnovo annuale dell'Alleanza e proprio per questo motivo considerata da tanti (libro dei Giubilei) come la festa più importante in Israele. E tutte le caratteristiche " esteriori" (tuoni, fuoco, vento...) dell'Alleanza sul Sinai sono conservate anche nel racconto di Luca ed è per questo che come cristiani diciamo che la Pentecoste è la festa della Legge nuova che è l'amore, quell'amore, (ce lo ha ricordato un bambino), che avvolge tutta la nostra vita e nel quale non dobbiamo avere paura di tuffarci. L'amore è l'unica legge alla quale siamo chiamati ad obbedire, l'unica regola nella nostra vita di cristiani. Ce lo ha ricordato anche la seconda di oggi nelle battute iniziali: nessuno può dire "Gesù è Signore", se non sotto l'azione dello Spirito Santo... (abbiamo mantenuto, visto che liturgia ne dà la possibilità i testi dell'anno A) se non amiamo, se allo Spirito santo che è l'amore di Dio abbiamo chiuso le porte della nostra vita, non possiamo dire parole importanti... è come (dicevamo oggi per fare un esempio semplice), per un bambino che se non vuole bene, non può dire le parole mamma o papà...

Lego (brevemente) all'amore un altro tema importante che la liturgia della parola di oggi ci trasmette: il tema della pienezza.. la pienezza del tempo, con il giorno di Pentecoste che si "compie" (letterale), la pienezza della comunione dei discepoli, la casa "riempita", i discepoli "pieni" di Spirito santo... mi piace questa idea perché la pienezza è la misura di Dio che non sa darci meno di "tutto". Credo che sia l'augurio più bello anche per tutti noi, persone che desiderano accogliere la presenza di Dio, e che desiderano fare della propria vita un dono, testimonianza della misura dell'amore di Dio.

 

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