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TESTO Commento su At 25,18-19

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della VII settimana di Pasqua (21/05/2010)

Brano biblico: At 25,18-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,15-19

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Dalla Parola del giorno

Quelli che lo incolpavano [...] avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.

Come vivere questa Parola?

Tutta la pericope biblica di oggi corre verso questo versetto che ne costituisce il fulcro. In poche battute vengono presentati gli attori: Festo, il governatore su cui ricade l'ingrato compito di esprimere un giudizio e che appare fortemente confuso; Paolo, l'imputato ben saldo nelle proprie convinzioni; gli Ebrei, accusatori ostinati che ne chiedono la condanna.

Ma sono proprio loro i protagonisti? A una lettura più attenta si è spinti a cercarli altrove, e precisamente nel capo d'accusa, cioè nel Risorto. Una presenza inquietante che si pone al crocevia della storia e con cui tutti, prima o poi, dobbiamo misurarci. Così, come è capitato a Festo, a Paolo, agli Ebrei. Individui che assurgono a incarnazioni di categorie di persone definibili in base all'atteggiamento assunto di fronte al Risorto: agnostici e indifferenti che sembrerebbero tirar dritto per la loro strada senza lasciarsi minimamente scalfire dalla sua presenza; credenti che se ne lasciano investire e giocano su di essa la propria esistenza; oppositori accaniti che ne vorrebbero radiare dalla storia anche il nome.

Categorie che all'atto pratico non si rivelano poi così rigide. È facile riscontrare anche in noi un po' dell'una e un po' dell'altra. Età, fasi della vita, situazioni che si concretizzano in prese di posizione e scelte talvolta conflittuali con il credo che si professa, possono esserne rivelative fino a far prendere coscienza della necessità di una verifica e di un cammino che assicurino la crescita e la solidità del nostro relazionarci con Cristo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di fare il punto sulla situazione chiedendomi quanta coerenza si manifesti nel mio vivere quotidiano.

Apri i miei occhi, Signore, sulle piccole e grandi incoerenze in cui posso cadere lungo la giornata e donami una fede capace di far fronte alle varie situazioni senza tentennamenti e facili concessioni.

La voce di un martire dei nostri giorni

Non si può essere santi a intervalli, ma in ogni minuto, nel momento presente
card. François X. Nguyên Van Thu'n

 

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