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TESTO Oltre il tempo, il cielo dove Cristo ci attende

padre Antonio Rungi

Ascensione del Signore (Anno C) (16/05/2010)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Celebriamo oggi la solennità dell'Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo al cielo. A quaranta giorni dalla Pasqua, la liturgia ci fa riflettere sul destino ultimo della persona umana redenta da Cristo con la sua morte in croce e risurrezione.

La parola di Dio, infatti, ci richiama in modo speciale sulle realtà future, sulla destinazione eterna del genere umano. ll racconto dell'Ascensione di cui ci parla Luca nel breve testo del Vangelo di oggi, ci indica il luogo e la modalità in cui il Signore lascia definitivamente questo mondo con il suo corpo glorioso per ritornare alla destra di Dio Padre e ricomporre nella gloria del cielo la SS.Trinità. Da questo momento in poi sarà lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio a guidare il cammino dell'umanità, con la sua azione misteriosa e potente nella Chiesa, verso i pascoli eterni della felicità senza fine.

E' fuori Betania, la città dell'amicizia e dei sentimenti umani, della risurrezione di Lazzaro, delle amiche Marta e Maria il luogo scelto da Gesù per ritornare al Cielo. I gesti di questo distacco sono rassicuranti e non mettono assolutamente angoscia, come quando sperimentiamo nella nostra vita il lutto, l'allontanamento, l'abbandono di una persona cara che ci lascia temporaneamente o per sempre. Non si tratta per gli apostoli di rielaborare un lutto o un abbandono, ma di entrare in quel mistero dell'Amore di Dio che proprio con l'Ascensione al cielo del Cristo viene portato a compimento. Li richiamiamo questi gesti: mentre li benediceva. Dio è benedizione e tutto ciò che fa è sempre per il bene dell'uomo. Si staccò da loro. Dio lascia la libertà all'uomo di agire responsabilmente, di assumere il suo compito nel progetto della salvezza. Veniva portato in cielo. Cristo sostenuto dagli angeli e per la potenza che le è propria per la natura divina ritorna alla destra di Dio Padre. Da parte loro gli apostoli assumono un atteggiamento di ringraziamento e di gratitudine verso il Signore. Si prostrano in segno di adorazione e venerazione verso il divino Maestro. L'esperienza della gioia di un incontro, per quanto possa essere "fisicamente" ultimo, motiva una scelta di vita apostolica più intensa e più responsabile verso se stessi e verso gli altri .Difatti ritornano a Gerusalemme dove pregano e lodano il Signore per la loro nuova condizione di apostoli per vocazione. Gerusalemme la città della pace è da questo momento la città della Chiesa, dove gli apostoli continuano l'opera di Cristo redentore.

Più particolareggiato il racconto dell'Ascensione come viene riportato dal brano degli Atti degli Apostoli che, come si sa, è un testo scritturistico che si rifà a San Luca. Per cui tra testo del vangelo e quello degli Atti degli Apostoli c'è un unico progetto nel presentare la figura e l'opera di Cristo redentore e della Chiesa nascente. Questo feed-back di Luca su tutto quello che successe durante i quaranta giorni dopo la risurrezione e fino all'ascensione è un modo di dire che il passato non può essere dimenticato e tutto ha una sua logicità nel progetto di Dio nei confronti dell'umanità. La sintesi della storia della salvezza come ci viene presentata in questo brano ci introduce nell'essenza di quelle verità che vanno accettate e vissute nella fede: passione, morte, risurrezione, ascensione e pentecoste, missione della chiesa ed evangelizzazione, escatologia cristiana, incentrata sul ritorno di Cristo, sono questi i tempi teologici e pastorali presentati in questo brano di grande valore teologico, ecclesiologico ed escatologico.

Il discepolo del Signore è chiamato a vivere la pasqua nell'oggi della chiesa e del mondo, divenendo un testimone credibile del Cristo risorto, rendendosi disponibile alla volontà di Dio e scegliendo la docilità verso lo Spirito Santo.

In questa ottica si comprende anche il testo della seconda lettura di oggi, tratto dalla lettera agli Ebrei. Una profonda meditazione e riflessione sulla missione di Cristo in questo mondo come Verbo Incarnato e della sua continua azione nei confronti della Chiesa e dell'umanità nella nuova e definitiva condizione del Verbo Eterno e Glorioso, di Sommo Sacerdote della nuova ed eterna alleanza. Potremmo dire che ci è chiesto in Cristo il coraggio della fede e della testimonianza. Lui che si è immolato sulla croce per noi, ha versato il suo sangue per la remissione dei nostri peccati, ci dia la forza di renderlo presente nel mondo con la santità della nostra vita, con il coraggio della missione, con la coerenza alla nostra personale vocazione. "Accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso".

Sia questa la nostra preghiera nel giorno in cui la liturgia ci invita a fissare il cielo, senza dimenticarci di camminare con i piedi per terra, nella storia che viviamo segnata da tante negatività, che solo un'azione convergente dei credenti e dei cattolici in particolare per trasformare questo mondo di poca fede in un mondo abbandonato completamente nelle mani di Dio e nella sua santissima volontà. "Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria". Amen.

 

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