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TESTO Abbiamo un Sacerdote grande nella casa di Dio

don Roberto Rossi  

Ascensione del Signore (Anno C) (16/05/2010)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Oggi si celebra la solennità dell'Ascensione di Cristo al cielo, mistero della fede che il Libro degli Atti degli Apostoli colloca quaranta giorni dopo la risurrezione. Dopo l'Ascensione i primi discepoli restano riuniti nel Cenacolo intorno alla Madre di Gesù, in fervida attesa del dono dello Spirito Santo, promesso da Gesù. In questo mese mariano, riviviamo questa esperienza anche noi, sentendo più intensamente la presenza spirituale di Maria.

Nei suoi discorsi di addio ai discepoli, Gesù ha molto insistito sull'importanza del suo "ritorno al Padre", coronamento di tutta la sua missione: Egli infatti è venuto nel mondo per riportare l'uomo a Dio, non sul piano ideale - come un filosofo o un maestro di saggezza - ma realmente, quale pastore che vuole ricondurre le pecore all'ovile. Questo "esodo" verso la patria celeste, che Gesù ha vissuto in prima persona, l'ha affrontato totalmente per noi. E' per noi che è disceso dal Cielo ed è per noi che vi è asceso, dopo essersi fatto in tutto simile agli uomini, umiliato fino alla morte di croce, e dopo avere toccato l'abisso della massima lontananza da Dio. Proprio per questo il Padre si è compiaciuto in Lui e Lo ha "sovraesaltato", restituendoGli la pienezza della sua gloria, ma ora con la nostra umanità. Dio nell'uomo - l'uomo in Dio: questa è ormai una verità non teorica ma reale. Perciò la speranza cristiana, fondata in Cristo, non è un'illusione ma, come dice la Lettera agli Ebrei, "in essa noi abbiamo come un'àncora della nostra vita", un'àncora che penetra nel Cielo dove Cristo ci ha preceduto.

E di che cosa ha più bisogno l'uomo di ogni tempo se non di questo: di un saldo ancoraggio per la propria esistenza? Ecco allora nuovamente il senso stupendo della presenza di Maria in mezzo a noi. Volgendo lo sguardo verso di Lei, come i primi discepoli, siamo immediatamente rinviati alla realtà di Gesù: la Madre rimanda al Figlio, che non è più fisicamente tra noi, ma ci attende nella casa del Padre. Gesù ci invita a non restare a guardare in alto, ma a stare insieme uniti nella preghiera, per invocare il dono dello Spirito Santo. Solo infatti a chi "rinasce dall'alto", cioè dallo Spirito di Dio, è aperto l'ingresso nel Regno dei cieli, e la prima "rinata dall'alto" è proprio la Vergine Maria. Essa è accanto agli apostoli e ai discepoli, in attesa dello Spirito Santo, il quale darà la forza di portare a tutti e ovunque la salvezza di Cristo Signore.

 

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