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TESTO Gesù alla destra del Padre e noi uniti in Lui

don Romeo Maggioni  

VII domenica T. Pasqua (Anno C) (16/05/2010)

Vangelo: Gv 17,1b.20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te.

20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

22E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

24Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.

25Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

"Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio" (Col 3,1). La Pasqua ci ha resi nuovi, cioè di Cristo; l'ascensione ci ha indicato il destino finale di Gesù e, quindi, il nostro. "Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra" (Col 3,2). Tener viva la méta, dà coraggio al cammino. "Ricordati delle ultime cose e non peccherai più", suggeriva la saggezza dei Padri.

Una domenica, questa, da vivere come Stefano con lo sguardo al cielo: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio" (Lett.); per gustare anche noi "quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi" (Epist.). E per incominciare a essere uniti a lui già da oggi nella comunione propria dei santi che è la Chiesa.

1) CONDIVIDERE LA GLORIA DI CRISTO

"Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio" (Lett.). Con coraggio aveva accusato i Giudei di essere "diventati traditori e uccisori del Giusto", lui "uomo pieno di fede e di Spirito Santo", cui "nessuno riusciva a resistere alla sapienza e allo Spirito che parlava in lui" (At 6,5.10). Paolo, che aveva incontrato Cristo risorto sulla via di Damasco, ne esalta la signoria "al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro" (Epist.). Proprio in Lui Dio manifestò la sua potenza, "quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli". "Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi" (Epist.).

Una signoria, in particolare, che si espande sulla Chiesa, alla quale "lo ha dato come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose" (ib.). La potenza esercitata da Dio sul Cristo nel risuscitarlo, ora rifluisce su di noi e ci rende partecipi già da oggi di quella "gloria", come promessa, garanzia e anticipo: "Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù" (Ef 2,6-7). Paolo prega proprio per questo: "Il Padre della gloria vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione, ..illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati" (Epist.).

La chiarisce Gesù. Rivolgendosi al Padre dice: "Voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; e la gloria che tu ai dato a me, io l'ho data a loro.. perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro". Il sogno di Dio è di fare una cosa sola con noi, come Gesù è una cosa sola col Padre: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi.. una cosa sola". Pienamente partecipi delle relazioni intime che corrono tra le Tre Persone divine. Una relazione che inizia da oggi: "Se uno mi ama.. il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Cioè: "Io in loro e tu in me".

2) LA COMUNIONE IN CRISTO

Questa comunione trinitaria diviene allora la fonte e la "forma" dell'unità propria nella Chiesa: "Perché siano una cosa sola come noi siamo una cosa sola". Dice il Concilio: "La Chiesa è in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (LG 1). La Chiesa nasce ogni giorno dall'Eucaristia, là dove è presente l'amore di Dio sacrificato per noi. E come lo Spirito trasforma il pane e il vino in corpo e sangue di Cristo, così la comunione con quel mistero costruisce il Corpo di Cristo: "A noi che ci nutriamo del corpo e del sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo sìirito" (Canone II). Sul calvario l'amore di Dio s'è presentato fisicamente; nell'Eucaristia sacramentalmente, nella Chiesa esistenzialmente come vita donata. la Chiesa è il "Christus totus", Capo e membra.

"Perché il mondo creda che tu mi hai mandato". Certamente la missione dei discepoli è l'annuncio del Vangelo; Gesù prega "anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola". Ma qui Gesù insiste per due volte sul fatto che l'annuncio sarà credibile alla condizione dell'unità interna alla Chiesa; una unità nella fede e nella carità. Paolo aveva sofferto molto per le divisioni e molto le aveva condannate a Corinto. Segno sicuro di non ecclesialità è ogni individuo o gruppo che produce divisione. E del resto "da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35).

"E che li hai amati come hai amato me". L'amore tra i discepoli deve svelare che Dio vuole amare tutti ..! Come gli apostoli hanno percepito qualcosa dell'amore di Dio dal rapporto privilegiato tra Gesù e il Padre, ora questa esperienza di Dio deve prolungarsi tramite le membra stesse di Cristo che si mostrano "un cuor solo e un'anima sola" (At 4,32) perché figli del medesimo Padre, parte di una sola famiglia divina. Esempio e annuncio dell'amore di Dio per ogni uomo è, in sostanza, ciò che primariamente la Chiesa deve essere nel mondo. "Perde il suo sapore" se la Chiesa predica altro: il suo specifico, come quello di Gesù, è quello di "riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi" (Gv 11,52).

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La Chiesa è "la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose" (Epist.). Paolo aveva già detto che "il mistero della volontà divina proposto per il goverso della pienezza dei tempi", cioè il suo disegno sul mondo, è quello di "ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra" (Ef 1,10). In sostanza: l'onda di unità che parte dall'interno della Trinità, si deve riversare sulla terra per convogliare tutta l'umanità al ritorno dell'unità in Casa Trinità, "perché Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,28).

 

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