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TESTO Commento su At 17,26-28

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della VI settimana di Pasqua (12/05/2010)

Brano biblico: At 17,26-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Per gli uomini Dio ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti.

Come vivere questa Parola?

Paolo è giunto all'areopago di Atene: il cuore della città dove la cultura greca (espressione della civiltà più alta di quel tempo) segna un vertice altissimo.

È interessante osservare come qui si rivela il genio di Paolo che, strumento dello Spirito Santo, opera meraviglie. Il suo approccio con questo mondo dell'intelligenza ancora imbevuto di pieno paganesimo, non è la sprovvedutezza di chi non tiene conto dell'abito mentale ed esistenziale di quanti lo ascoltano.

Con tatto e sagacia Paolo si rivolge agli Ateniesi con un annuncio della novità evangelica che è pronto non a buttar via tutto della cultura greca, tanto meno a ignorarne le ricchezze. No, Paolo ricorda quel che i loro filosofi e poeti (Epimenide e Arato) hanno portato di bello e di buono al loro patrimonio culturale. Davvero quello di Paolo è un tentativo di inculturazione tutt'altro che da poco. Anzi, è un esempio per noi oggi.

Attenzione! Non si tratta di fare dell'irenismo, cioè di affermare che la religione o l'ideologia dell'altro vale per me quanto la mia. Non è vero, per esempio, che Buddismo e Cristianesimo sono, su per giù, la stessa cosa e che io posso "piluccare" un po' all'uno e un po' all'altro. Il discorso è più importante perché più profondo e nello stesso tempo aperto.

Nella misura in cui, con solida lettura di autori seri e aggiornati approfondiamo la nostra fede cristiana, dialoghiamo con gli altri, sempre nel massimo rispetto delle persone e anche di quel tanto di verità che è dentro ogni religione o pensiero filosofico culturale.

A questo penso nella mia pausa contemplativa con cuore semplice ma spalancato alla luce.

Signore che hai detto: Chi è dalla verità viene alla luce, rendimi luminoso della tua luce per accogliere anche i barbagli di luce che sono negli altri.

La voce di un grande Papa

La sintesi tra cultura e fede non è un'esigenza della cultura, ma anche della fede... Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta.
Giovanni Paolo II

 

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