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TESTO L'amore, l'unica fondamentale legge evangelica

padre Antonio Rungi

VI Domenica di Pasqua (Anno C) (09/05/2010)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

La sesta domenica di Pasqua mette al centro della nostra riflessione e meditazione l'amore di Dio. Il Vangelo di questa domenica infatti ci parla della legge fondamentale che è l'amore. Una legge che oltrepassa la norma esteriore e che si colloca a livello profondo.

L'amore vero porta la pace nel cuore. Quando i tanti amori umani non ci danno pace è segno evidente che non sono amori veri, che si fondano sui principi morali che attingiamo dal vangelo di Cristo. Solo chi si lascia guidare dallo Spirito Santo, dallo Spirito di Cristo è capace di amare in profondità e sinceramente. Quante debolezze in questo amore che si pensa autentico e tale non è. Gesù ribadisce un concetto essenziale: l'amore vero porta ad osservare il suo comandamento, cioè ad immergersi in quel clima di moralità, che purtroppo si è smarrito negli ultimi decenni, fino a registrare continui scandali in tutte le realtà umane e religiose. Chi si lascia guidare dallo Spirito più difficilmente cade nella debolezza degli amori che tali non sono.

In questo itinerario umano, culturale e spirituale della riscoperta del vero amore ci guidi la parola di Dio che nella seconda lettura di oggi, tratta dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo, ci dice chiaramente che Cristo è il nostro punto di riferimento in questo mondo e per l'eternità. Egli è l'Agnello senza macchia immolato sulla croce per i nostri peccati e per ridare a questa umanità la dignità perduta con il peccato originale. La nostra Pasqua è Cristo e su di Lui si fonda ogni esperienza di chiesa e di umanità in cerca di salvezza. Leggere il testo dell'Apocalisse ci illumina di quella prospettiva futura ed escatologica nella quale potremmo eventualmente ritrovare le ragione della nostra vera speranza. Noi, invece, siamo chiamati a vivere la nostra esperienza di fede già in questo difficile tempo della storia personale e comunitaria.

In considerazione di questi valori validi per sempre e per tutti, noi comprendiamo il perché di quello che oggi nel brano della prima lettura ci viene proposto dal libro degli Atti degli Apostoli, focalizzando l'attenzione sulla missione di Paolo e Barnaba. Una missione che spazia non solo nel riproporre la tradizione morale dei tempi passati, ma l'etica del tempo di Cristo e della Chiesa impegnata ormai a tutti i livelli e ad ampio raggio non solo per far conoscere Cristo, ma anche il suo messaggio di vera liberazione. La proibizione di certe cose immorali e contro ogni etica di dignità della persona, della vita, della coppia, delle relazioni umane viene confermata con maggiore forza ed incisività, a testimoniare il fatto che il vangelo di Cristo non ammette compromessi di sorta, ma se si vuole seguire Gesù è necessario farlo totalmente e impegnando tutta la propria esistenza per Lui.

Si parla di unioni illegittime, dell'idolatria. E a parlare è la Chiesa, con il suo magistero ordinario e straordinario che qui viene sottolineato nell'affermazione: "È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi". Quando la Chiesa parla, è Cristo stesso che parla e pertanto bisogna obbedire e rispettare le regole morali che sono alla base dell'esperienza di un cristiano autentico. Quindi quando si parla di convivenza, di matrimonio tra persone dello stesso sesso e di altre deviazioni morali aberranti avallate oggi da una cultura distorta, come cattolici non si può fare altro che ribadire l'insegnamento di Cristo e della Chiesa nel campo morale.

Sia questa la nostra preghiera in questa giornata di festa, domenica e pasqua settimanale: O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in quanti ascoltano la tua parola e la mettono in pratica, manda il tuo Spirito, perché richiami al nostro cuore tutto quello che il Cristo ha fatto e insegnato e ci renda capaci di testimoniarlo con le parole e con le opere. Amen.

 

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