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TESTO Il prezzo e il segno dell'amore: … "come Io vi ho amato…"

don Roberto Rossi  

V Domenica di Pasqua (Anno C) (02/05/2010)

Vangelo: Gv 13,31-33.34-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Le parole: «Ti amo» si sentono molto spesso. Che co­sa significano? Che cosa vogliono dire quando una madre bacia il suo bambino handicappato e dice: «Ti amo»? Che significa quando un marito visita la moglie ammalata in ospedale giorno dopo giorno e le dice: «Ti amo»? Che si­gnificato avevano queste parole quando Gesù disse ai suoi discepoli (e a noi): «Vi amo»? Tutti sappiamo il loro significato. Tutti sappiamo il prezzo dell'amore qui sulla terra. Tutti sappiamo che cosa vuol dire dare la vita in un mondo che sta morendo di egoismo: significa dolo­re, lacrime, pianto e lamento. Nel nostro linguaggio ordi­nario riduciamo spesso il significato di questa parola che dà la vita, l'amore, a un sentimento di bontà dolce, inno­cuo, talvolta perfino sensuale. Non facciamo così senza motivo, eppure nel Vangelo la parola amore è sempre contrassegnata dalla croce. Quando Cristo dice: «Vi amo», la croce è inclusa, egli intende la croce. Quando Cristo dice che dobbiamo amar­ci gli uni gli altri, come lui ci ha amato, anche questo amore è contrassegnato dalla croce. La croce vi è com­presa .Gesù ha detto che la prova dell'amore è la disponibili­tà a donare la propria vita per l'altro. È per questo che spesso ci rifiutiamo di amare. Non aiutiamo, perché non vogliamo essere coinvolti. Non vogliamo avere problemi. Rifiutiamo le lacrime e il do­lore. Diciamo che se si è troppo buoni, si è pazzi. Diciamo che c'è un limite a ogni cosa. Ci mettiamo a razionalizza­re,' e così rifiutiamo il rischio, il prezzo da pagare. Rifiu­tiamo di amare come fece Gesù, prendendosi quei rischi e pagando quel prezzo. È in quel senso che noi diciamo anche che l'amore di una madre per il suo bambino handicappato, l'amore di un marito per la moglie ammalata, l'amore di Gesù sulla cro­ce sono forme di amore glorioso e vittorioso. È in questo modo che l'amore di Gesù per noi è la sua gloria. L'amore di Gesù per noi ha affrontato tutti i rischi che vi erano implicati. Il prezzo che ha pagato era molto alto: sangue, sudore, lacrime, sofferenza e morte. Presto ogni dolore sarebbe finito; il prezzo sarebbe stato pagato. Alla fine rimase soltanto il suo amore, pro­prio come il nostro amore rimarrà nell'esito finale, nella città santa, dove non ci saranno più né lacrime, né dolore, né morte.

Tutto scomparirà e resteremo noi con la nostra vita, insieme con lui, il Cristo glorificato.

 

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