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TESTO Vuoto a perdere!

padre Mimmo Castiglione

V Domenica di Pasqua (Anno C) (02/05/2010)

Vangelo: Gv 13,31-33.34-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

È nel tempo della Chiesa che s'attua il comandamento nuovo!
Quello dell'ultima cena dell'alleanza nuova:
amore gratuito, vicendevole, come quello della croce!
È dono! Lavanda dei piedi! Amare come Lui ci ha amato!
Lo stesso amore che c'è tra il Figlio ed il Padre!

Fraternità! Diventa il luogo dove trovare il Signore! Per esser santi!

E tutto e tutti gli altri comandamenti vengono ridotti ad uno!

Gesù sapeva! E prende ancora una volta l'iniziativa.

Esce Giuda dal banchetto, che non è più la la cena del passaggio.
Ed è la notte! Inizia la lunga "indigestione"!

Chissà cosa gli pareva compiere quello che gli era stato detto di fare?!

Bisogno di conferma? Dopo l'inganno la beffa da parte degli "esperti"!

Illuso dalla sua stessa intelligenza, schiacciato dalla sua stessa coerenza!
E proprio ora Gesù viene glorificato, e con lui il Padre.

E poi anche dopo, nel momento della sua più alta umiliazione:

in croce! Subito, in poco tempo, ma anche a conclusione di un percorso.
Donare la sua vita, servire, amare comunque,
sempre e senza aspettative, senza pretese,
anche a chi non merita offrire comprensione,
ne scoraggiarsi dinanzi al rifiuto, sino alla fine,
facendo nuovo non l'antico (che c'era già e rimane),
ma il vecchio che più non serve
e debole s'era mostrato ed inadempiente.
Questione di grazia!
S'amerà ora con la forza della sua morte che fa i risorti!
Questa l'ultima volontà. Il testamento!
Amore vicendevole, universale.
Come lui ci ha amato: per primo, dando la vita. Novità!
Lavando i piedi anche ai nemici, sino alla fine!

Segno di riconoscimento per quanti seguono il Signore!

La gratuità dell'amore di Dio!
Quale grande e buona e bella notizia.
Gesù invita i suoi discepoli ad amare come lui ha amato.
In che modo? Sì che lo sappiamo!

Senza contraccambio. Vuoto a perdere! Sino a finire, e compiere!
È il segno distintivo, è ciò che fa la differenza,

permettendo di continuare dopo la vita, il mondo ed il futuro!

Mi ascolto. Non riesco ad amare gratis. Non appartiene al mio DNA!

Se non sono ricambiato quando faccio del bene non mi do pace, rinfacciando.
Non riesco ad amare quanti mi fanno un torto

e difficilmente dimentico gli sgarbi ricevuti. Come fare?

Ricevere del bene mi fa sentire come dipendente, inferiore,

non mi fa stare tranquillo fino a quando non mi sono disobbligato,

liberandomi del peso! E poi chi dice d'amarmi deve soddisfare le mie richieste,

esaurire i miei bisogni, essere soggetto ai miei voleri ed alle mie soverchierie.
Poveri loro!

Questa è la mia miserevole condizione umana!
Nessuno potrà mai amarmi come io desidero.

Quanti ci proveranno saranno messi duramente alla prova, sfiniti dalle mie angherie,

dovranno morire continuamente a se stessi per soddisfare i miei capricci.
Questo il prezzo da pagare.
È proprio così, con chi dice d'amarmi divento un assassino,

per esser certo che dica il vero!

PREGHIERA

Dove trovarti Gesù Signore? Lì dove ti ameremo!
Lì quando ti serviremo nel prossimo.
Maestro Gesù, insegnami ad amare.
Educami alla gratuità.
Convinci il mio cuore ad operare il bene

non per paura dell'inferno e neanche per comprarmi il paradiso!

Fratello Giuda, potevi fare come Pietro,
lasciarti amare da Gesù nella tua debolezza, nel tuo limite.
Cosa ti sarebbe costato? Cosa avresti dovuto salvare?
La tua immagine, la tua coerenza?

A cosa ti ha condotto la tua coerenza?! Al suicidio, alla morte!
Tanto valeva lasciarti servire dal Maestro.
D'altra parte, i piedi te li eri lasciati lavare pure tu!
Pietro invece, che non voleva essere servito,

alla fine ha ceduto, ha capito, lasciandosi perdonare nel suo disprezzo.

Ha continuato a vivere nel ricordo di quello sguardo compassionevole,

mettendo a servizio della vita degli altri e del futuro il suo fallimento,

la sua sconfitta, il crollo della sua stessa immagine, la sua morte interiore.

Fratello Pietro, insegnaci a lasciarci amare.

 

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