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TESTO Come io ho amato voi

don Romeo Maggioni  

V domenica T. Pasqua (Anno C) (02/05/2010)

Vangelo: Gv 13,31b-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parole sincere di chi va alla morte, testamento prezioso di colui che lascia il meglio di sé ai propri discepoli, sintesi di un insegnamento e di una vita che raccoglie il tutto in un frammento: "Amatevi come io ho amato voi".

Dove il "come" dice la qualità: "Li amò fino alla fine" (Gv 13,1); dice la causa: qualcuno traduce.. "siccome io ho amato voi". Ma più profondamente il "come" richiama una partecipazione e un prolungamento, fonte e forza per amare come Lui.

1) LI AMO' FINO ALLA FINE

"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,13). E' il senso della croce: "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (Gv 13,1). E non solo i suoi, ma anche i nemici, i suoi uccisori: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Un amore, quello di Cristo, assolutamente gratuito, senza ritorni né condizioni: anche il perdono precede il pentimento (cf. l'adultera, Gv 8,1). Un amore che rincorre il peccatore per salvarlo: sempre sua l'iniziativa, come un pastore che va in cerca della pecora perduta. Anzi un amore che si carica del debito altrui, quale "agnello che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29); "Per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (Is 53,5). Un amore che si partecipa come capacità e forza: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto" (Gv 15,5).

Un amore che riflette e prolunga l'amore di Dio: "Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi" (Gv 15,9). L'amore di Gesù esprime e traduce in forma umana il cuore stesso di Dio, la sua più vera identità, "perché Dio è amore" (1Gv 4,8). Lì vi è davvero l'amore al sommo grado: "In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati" (1Gv 4,10). Insuperabile è l'amore di Dio, "Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi" (Rm 8,32). Per questo Gesù oggi può dire: "Dio è stato glorificato in lui"; con la sua morte ha manifestato pienamente che tutto il disegno di Dio era di rivelare attraverso Cristo il suo amore totale per gli uomini. "Gloria Dei vivens homo" (sant'Ireneo).

Anche lo stile è parte dell'identità specifica dell'amore di Dio e di Gesù: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29). E' discreto e rispettoso l'amore di Dio: "Ecco il mio servo, che io ho scelto: non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta" (Mt 12,18-20). Non scavalca la nostra libertà; invita con tenerezza: "Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20). Spasima come un amante che attende corrispondenza, e soffre (cf. Cantico dei Cantici e Osea). E l'ultimo anelito - così intimo e così invitante - Gesù l'ha racchiuso in quel supremo bisogno di noi: "Ho sete" (Gv 19,28).

2) AMATEVI COME IO HO AMATO

"Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri". E' il comandamento nuovo di Gesù per la sua comunità, che trova la sua identità proprio per questa qualità nuova di amare: "Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri". La Chiesa primitiva "era un cuore solo e un'anima sola.. e tutti godevano di grande favore" (Lett.). "Guarda come si vogliono bene!", dicevano i pagani meravigliati di tanta solidarietà, fino alla comunione dei beni. "La via più sublime" (Epist.) di santità è quella carità che sta al di sopra di ogni pur prodigioso carisma: parlare in lingue, la profezia, una fede che trasporta le montagne e ogni forma di dedizione non disinteressata. Paolo ne elenca le caratteristiche, tra l'altre, la benignità, il rispetto, il perdono e la gioia per la verità.

"Siccome io ho amato voi..", dice il motivo. "In questo abbiamo conosciuto l'amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli" (1Gv 3,16). Del resto se l'identità di Dio e .. il suo "mestiere" è amare, il termometro che segna il nostro essere figli di Dio è l'amore che ci fa sempre più "perfetti (o misericordiosi) come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,48). Gesù ha aggiunto un motivo in più quando si è voluto identificare con ogni uomo suo fratello: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40). Si risponde all'amore di Dio amando il proprio fratello per amore Suo.

Un amore così alto, chi mai lo può vivere? Quel veleno che ha contagiato il nostro cuore con l'egoismo, ora solo lo Spirito di Dio lo può rendere innocuo, perché "l'amore di Dio è stato riversato nel nostro cuore per mezzo dello Spirito santo che ci è stato dato" (Rm 5,5). Gesù ha voluto che l'atto supremo di amore espresso in croce, fosse reso presente nel segno dell'Eucaristia nel quale Egli ci comunica la sua capacità di amare: "Chi mangia me, vivrà per me" (Gv 6,57). Scrive san Tommaso: "Il modo proprio di Dio è di operare nell'intimo dell'uomo, tramite il dono dello Spirito Santo, il quale, da una parte istruisce dall'interno e, dall'altra, inclina la volontà ad agire bene" (Comm. ad Eb). Lo Spirito è la nuova legge-forza interiore del cristiano, "la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù" (Rm 8,2). "L'amore può essere ‘comandato' perché prima ci è donato" (Benedetto XVI).

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Un amore attinto a Cristo è quello che ha guidato Madre Teresa di Calcutta. Un giorno trovò per strada moribondo un sacerdote del tempio della dea Kalì che l'aveva sempre osteggiata. Si prese cura di lui. Risanato le disse: "Per 27 anni ho adorato la dea Kalì e non l'ho mai vista in viso, ma oggi l'ho vista guardando te". Si tratta di mettersi a servizio dell'uomo col cuore di Cristo!

 

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