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TESTO Il Figlio del carpentiere

Monaci Benedettini Silvestrini  

Sabato della IV settimana di Pasqua (01/05/2010)

Vangelo: Gv 14,7-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Celebriamo la memoria di san Giuseppe, un santo di cui non sappiamo molto. Giuseppe, anche lui, come la Madonna Santissima, l'uomo di fede, di fede e di speranza. Anche lui ha creduto, ha creduto alla Parola, senza pretendere di capire tutto, come Maria. Il vangelo ci presenta la sua famiglia, una famiglia semplice... eppure Gesù, anche se non ha studiato nelle scuole di Gerusalemme stupisce per la sua saggezza. Oggi la nostra attenzione però viene spostata al lavoro. San Giuseppe lavoratore... La reazione della gente di Nàzaret, nel vangelo di oggi, a proposito della sapienza di Gesù fa pensare al capitolo del Siràcide, che contrappone il lavoro manuale e la legge. La gente del popolo (operai, contadini) dice il Siràcide, mette tutta la sua attenzione nelle cose materiali; lo scriba invece ha pensieri profondi, cerca le cose importanti e può essere consultato per il buon andamento della città. La gente di Nàzaret si domanda: «Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere?, che non ha studiato e non può avere cultura? È chiaro: la sapienza di Gesù è sapienza divina ed egli ha insistito varie volte sul mistero di Dio che viene rivelato ai piccoli, ai semplici e nascosto ai sapienti ed ha criticato gli scribi che dicono e non fanno.

D'altra parte il Vangelo insiste anche sulla parola: è necessario, dobbiamo, accogliere la parola di Dio! E soltanto se ci ispiriamo alla parola di Dio il nostro lavoro vale, il nostro lavoro ha un valore costruttivo, costruiamo, creiamo il mondo con Dio. «Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre». Tutto quello che facciamo, tutti i lavori, lavori materiali, intellettuali, sia lo studio, sia la carità fraterna, lo facciamo per il Signore... Il Vangelo ci dice, che il nostro servizio deve essere sincero, umile, dobbiamo avere la disponibilità nella carità, tutto questo per essere uniti a Gesù, figlio del carpentiere, quel Figlio, che ha dichiarato di essere venuto a servire e non per essere servito. La vera dignità consiste proprio in questo, nel servizio dei fratelli, secondo le proprie capacità, in unione con Gesù, Figlio di Dio. Verifichiamo la nostra scala di valori, per renderla sempre più aderente ai pensieri di Dio.

 

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