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TESTO Nessuna delle pecore andrà perduta

padre Antonio Rungi

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (25/04/2010)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

La quarta domenica di Pasqua ci presenta la figura di Cristo Buon Pastore che va in cerca della pecorella smarrita e si prende cura di lei in tutte le sue dimensioni. Nelle sintetiche espressioni del testo del Vangelo di Giovanni cogliamo lo spessore di quell'umanità e quella missionarietà del Cristo, Figlio di Dio, unica ed irrepetibile. Solo lui può dire a noi pecorelle appartenenti al suo gregge, al suo popolo, che ci dà la vita eterna. E' da sottolineare questa promessa di salvezza per tutti gli uomini che viene evidenziata nel brano di oggi: le pecorelle non andranno perdute e nessuna verrà strappata all'amore del Padre. Questo Dio di infinita misericordia e di amore non vuole che nessuna delle sue pecorelle vada perduta, vada ad immergersi nella situazione di un definitivo allontanamento da lui per l'eternità. Se questa è una verità di fede e ci conferma nella convinzione che tutti gli uomini si possono salvare e si salveranno, è pur vero che senza la nostra risposta a Dio la salvezza non potrà mai essere nostra.

Nel testo odierno, il libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo ci fa capire che davvero Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini e nonostante quanto si dice, sono molti quelli che si salvano, se l'Apostolo Giovanni nella visione celestiale di cui ci racconta vede una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, proveniente da ogni dove. Per dire che la salvezza non è preclusa a nessuno. La felicità eterna è alla portata di tutti. Certo sapere con certezza che nell'eternità non ci sarà più sofferenza e pianto è una grande consolazione dell'anima e per la nostra vita. A chi pensa all'eternità come un luogo di stasi, di immobilismo, deve ricredersi in base a questa parola di verità: l'eternità di Dio è luogo di gioia infinita, dove il servizio della carità all'Assoluto è espresso con parole di grande fascino: Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.

Far conoscere Cristo, farlo amare, incontrarsi con Lui nella parola e nell'eucaristia è la missione di tutta la Chiesa e di ogni membro di essa. Certamente il dovere della missionarietà spetta in modo particolare a coloro che il Signore ha scelto per essere suoi ministri, suoi discepoli nel portare la buona novella ai popoli. Come la prima comunità dei cristiani, così noi cristiani dei nostri giorni siamo chiamati a portare la parola di verità a chi, smarrito, va alla ricerca di Dio. Il testo degli Atti degli Apostoli che oggi ascoltiamo ci immette in quel clima di prima evangelizzazione che tanto entusiasmo e tante conversioni dava alla Chiesa. L'opera di Paolo e Barnaba è certamente feconda e come leggiamo dal testo sono due evangelizzatori credenti e credibili. Ecco perché la risposta della gente è convinta e convincente e molti si fanno battezzare ed aderiscono spontaneamente al loro annuncio. Certo non fu facile neppure per loro evangelizzare e gli ostacoli verso la loro attività apostolica furono messi appositamente dai Giudei al punto tale che poi sia Paolo che Barnaba dovettero lasciare il campo missionario in quell'area e passare altrove. Apostoli itineranti dell'amore del Padre, della misericordia di Dio, della verità e della giustizia in attesa di contemplare Dio per l'eternità.

Sia questa la nostra umile preghiera in questo giorno di festa in cui siamo chiamati a pregare per le vocazioni alla vita sacerdotale. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, pregare per i sacerdoti e per coloro che sono avviati al sacerdozio è una necessità ed un emergenza.

Dio onnipotente e misericordioso, guidaci al possesso della gioia eterna, perché l'umile gregge dei tuoi fedeli giunga con sicurezza accanto a te, dove lo ha preceduto il Cristo, suo pastore. Amen.

 

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