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TESTO Mc 14, 12-16.22-26

padre Paul Devreux

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (25/06/2000)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Oggi la Chiesa festeggia il Corpus Domini; Gesù Eucaristia.

Ricevendo l'Eucaristia, rispondiamo: "Amen". Mi verrebbe spontaneo rispondere: "Grazie". Tutt'oggi, durante la consacrazione, ringrazio il Signore per quello che sta facendo per me e per i presenti. Per la sua disponibilità ad essermi amico, donandomi tutto se stesso.

Per capire cosa c'è in quel pezzo di pane penso ai regali. Se io ti faccio un regalo, tu mi rispondi:

"Grazie, sei gentile, come mai me lo fai?". Rispondo "perché ti considero un amico e vorrei che anche tu mi consideri amico. Con il mio dono desidero essere presente nella tua vita, anche

quando non ci sono"; soprattutto quando si tratta d'anelli, catenine d'oro o foto mie.

L'oggetto regalato non è solo un ricordo della mia amicizia, ma si carica della mia presenza; diventa

sacramento. La riprova è che non osi buttarlo per paura di farmi del male, perché in qualche modo io sono presente in quell'oggetto, e se l'amicizia si rompe, dovrai sbarazzartene, perché rifiuti la mia presenza.
Quale oggetto posso dare per manifestare un amore infinito?

In quel pane e quel vino c'è la presenza di Gesù, che ci dona il suo corpo e il suo sangue,

innescando la catena dei doni ricevuti e dati; una catena di vitalità che tende all'infinito, e che fa della vita stessa un dono ricevuto e da donare.

 

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