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TESTO Sono risorto e sono con Te

don Daniele Muraro  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno C) (04/04/2010)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le parole: "Sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano." Si tratta dell'antifona di ingresso della Messa nella quale si dà voce a Gesù subito dopo la sua risurrezione.

Egli si rivolge al Padre, il Dio della vita, con il quale torna ad essere unito passata l'esperienza buia del Calvario e del sepolcro. Gesù riconosce che la mano del Padre lo ha sorretto anche nella prova più dura, e così Egli ha potuto rialzarsi e risorgere.

La frase è tratta da un Salmo, il 138 e lì l'autore, il re Davide, immaginava un viaggio attraverso tutte le dimensioni dell'universo: "Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: 'Almeno l'oscurità mi copra...', nemmeno le tenebre per te sono oscure... per te le tenebre sono come luce".

Nel giorno di Pasqua la Chiesa ci dice: Gesù Cristo ha compiuto per noi questo viaggio. La notte fu illuminata a giorno e le tenebre divennero luce. Nell'oscurità impenetrabile della morte Egli è entrato come vincitore.

Perciò nelle parole dell'antifona è come se Cristo stesso si rivolgesse al Padre dicendo: "Sì, ho fatto il viaggio fin nelle profondità estreme della terra, nell'abisso della morte e ho portato la luce; e ora sono risorto e sono per sempre afferrato dalle tue mani".

Questo saluto del Risorto a Dio lo possiamo intendere anche come una parola che Egli rivolge a noi: "Sono risorto e ora sono sempre con te".

Il giorno di Pasqua il Signore dice a ciascun credente: "La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa inciampare, cadrai nelle mie mani. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce."

Gesù dopo avere fatto esperienza della condizione umana e dei diversi moti che agitano il cuore degli uomini a motivo della sua passione morte e resurrezione è in grado di comprendere le nostre storture e di indirizzare gli animi di chi si affida a Lui verso sentieri di vita e di luce.

Così Egli dimostra di essere il vero pontefice, colui che unisce il cielo e la terra, Dio e gli uomini. Questa è propriamente la funzione del sacerdote e comprendiamo che è dal Gesù di Pasqua che proviene ogni sacerdozio nella Chiesa.

La condizione più triste per il singolo uomo e per la società è quella fotografata dalle parole della Maddalena la prima mattina di Pasqua: "Hanno portato via il Signore dove pensavamo di trovarlo e non sappiamo dove l'hanno posto!"

È lo smarrimento esistenziale che prende chi non ha più un punto di riferimento davanti al quale mettersi a pregare, chiedere perdono dei propri peccati e attingere fiducia per l'avvenire.

Ma la ricerca di Maria Maddalena non restò senza esito. Come sentiamo dal Vangelo secondo Giovanni subito andò ad avvisare gli Apostoli, in particolare Pietro e Giovanni, e poi lei stessa beneficiò di una apparizione del Risorto.

È significativo comunque che siano stati gli Apostoli a constatare per primi le tracce del mistero e a darne poi l'annuncio pubblico. Come troviamo riportato in san Luca, la professione di fede della Chiesa primitiva si era fissata nella formula breve: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!"

In quest'anno sacerdotale non dobbiamo permettere che venga ostruita la porta di ingresso al ritrovo con il Signore e che passa necessariamente attraverso i suoi ministri e se ci sono dei detriti che rendono disagevole l'accesso, questi devono essere rimossi, ma non possono condizionare l'incontro con il Cristo risorto fino ad impedirlo.

San Pietro è chiaro nella predica agli Ebrei di Gerusalemme: "Quel Dio che lo ha risuscitato al terzo giorno volle che Gesù si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Lui, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti." L'annuncio della Pasqua passa attraverso la Chiesa e nella Chiesa ci sono dei ministri della Parola e della Fede che sono i sacerdoti.

In particolare parla Pietro: dopo Pasqua il pescatore di Galilea in quanto persona privata non esiste più e la sua personalità è stata definitivamente nobilitata dall'ufficio di primo fra gli Apostoli che egli assume.

Dispiegano la loro efficacia le parole di Gesù pronunciate la sera del giovedì santo mentre si addensava la tempesta: "Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli".

Per impedire ad un popolo di diventare malvagio non basta un prete onesto, bisogna che sia virtuoso, ma perché il popolo diventi virtuoso occorre che sia il prete sia santo.

Cristo è venuto a portare il fuoco sulla terra, e il sacerdote non può essere fumo. Smette di bruciare di amore per Dio e inizia ad fumigare il sacerdote che si allontana dal fuoco del Risorto che questa notte abbiamo benedetto e che ora brilla nel Cero; ma questo vale per ogni cristiano: non si può amare la Chiesa e non si possono stimare il suoi ministri se prima non si ama e ci si fida del Signore. La Chiesa in quanto tale gode di una garanzia di santità che viene dalla presenza del Signore risorto che anche oggi non smette di ripetere a ciascuno e a tutti: "Sono risorto e nella storia rimango sempre con voi!"! Alleluja!!!

 

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