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TESTO Una fede senza "se" e senza "ma". Una fede totale!

padre Antonio Rungi

II Domenica di Pasqua (Anno C) (11/04/2010)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Celebriamo oggi l'ottava di Pasqua, la domenica in Albis o della divina misericordia e al centro della riflessione c'è il testo del vangelo di Giovanni con l'apparizione del Risorto al gruppo degli apostoli, in due momenti successivi. Il primo in assenza dell'apostolo Tommaso; il secondo alla presenza anche di questo discepolo scettico e dubbioso circa l'effettiva risurrezione di Cristo. Come dire che i dubbi circa la fede, inizialmente, hanno riguardato anche coloro che più erano stati vicini al Signore. Dall'esperienza di Tommaso, che ha la possibilità di verificare "de visu", cioè direttamente, la risurrezione di Cristo con i segni della passione, scaturisce il motivo di Cristo verso quanti abbracciano la fede anche oggi e che si abbandonano totalmente alla parola del Signore e credono fermamente in Lui. La fede infatti non ammette se e ma, ma è una risposta personale integrale e totalizzante a Cristo e all'incontro con Lui, sia su un piano di adesione al suo messaggio, sia alla sua persona che si presenta a noi soprattutto nel sacramento dell'eucaristia. Lì sperimentiamo nel profondo del nostro cuore e della nostra intelligenza questa speciale presenza reale di Cristo nella vita. Nell'eucaristia fortifichiamo la nostra fede e la facciamo crescere verso la maturità piena.

Nella Domenica in Albis, cioè nella luce dell'ottava di Pasqua, vogliamo recuperare i sani insegnamenti che la Chiesa ci trasmette circa la fede nel risorto e circa la nostra destinazione futura, quella eterna ed intramontabile della vita oltre la vita.

Nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dall'Apocalisse di San Giovanni Apostolo comprendiamo il senso di questa fede in prospettiva escatologica, delle ultime cose, di quanto dovrà succedere alla fine dei tempi, quanto tutto verrà ricapitolato in Cristo, unico salvatore del mondo, il principio e la fine di ogni cosa. Avere la coscienza che ogni cosa trova la sua sorgente in Cristo e ritorna a Cristo, ci mette nella consapevolezza che nulla è possibile realizzare senza l'aiuto di Dio e senza il suo sostegno. La visione apocalittica di San Giovanni ci aiuta a capire il senso di questa speranza cristiana che poniamo non senza motivo in Gesù Cristo. Fondamentalmente è solo questione di fede nel discorso religioso. E' mettersi davanti al mistero della salvezza del genere umano con quell'atteggiamento di umile sottomissione a Dio e di riconoscimento della verità così come Cristo ce l'ha trasmessa, nella interezza della parola e dei gesti.

E' il rinnovare ancora oggi la stessa espressione di meraviglia, ma anche di serena accettazione della verità di fede, che Tommaso disse davanti al Risorto: Mio Signore e mio Dio!. Ma per giungere a questa profonda convinzione è necessario passare attarverso il dubbio, che fortifica la fede e che la potenzia puntando direttamente al cuore del mistero. Rileggere il brano del vangelo di oggi ci aiuta a capire come è faticoso credere anche di fronte all'evidenza dei fatti.

Di questa fede nel risorto bisogna essere coraggiosi testimoni oggi nel mondo, soprattutto in questo nostro tempo in cui sistematica è l'azione contro la fede cattolica, contro la Chiesa, contro Gesù ed il suo messaggio di fratellanza universale. Non lasciamo far prevalere le forze della menzogna e della falsità, rispetto alla parola di verità che è fondata su Cristo e sulla Chiesa. Lottiamo spiritualmente perché il Regno di Dio si diffonda intorno a noi come gli apostoli e la prima comunità dei credenti fecero all'inizio del vangelo. Bisogna compiere i miracoli dell'amore e della bontà, della misericordia e dell'attenzione verso gli ultimi e bisognosi. La fede si riversa e si manifesta spontaneamente nella carità, come ci ricordano gli Atti degli Apostoli. I frutti della risurrezione sono appunto la molteplicità degli atti di bene e di amore che la Chiesa semina con la potenza di Cristo e nel nome del Signore.

Sia questa la nostra umile e semplice preghiera di oggi in sintonia con tutta la Chiesa: O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il Primo e l'Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte, donaci la forza del tuo Spirito, perché, spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero servizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria. Amen.

 

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